30
Sono due settimane che non scrivo e con questa sarebbero tre. Pensavo che questo appuntamento fisso mi aiutasse ma se non hai niente da dire difficilmente ti verrà da dire qualcosa che non sia una cazzata. E dato che la maggior parte delle cose che si dicono sono cazzate preferisco contribuire il meno possibile, a volte non ci riesco, sono umano dopotutto. Ma anche in questi casi cerco di rendere la cazzata il meno banale possibile. Ripudio la banalità. E questo mi causa non pochi problemi.
Sono mesi che mi serve un computer nuovo e mi ero ripromesso di comprarlo all'arrivo del primo stipendio. Dopo quattro mesi è finalmente arrivato e mi son messo a cercare un buon pc ad un prezzo fattibile. Individuo un'offerta all'Unieuro, così prendo il 30 e ci vado. Come tutti i centri commerciali è abbastanza inculato e il pullman ti lascia in mezzo alla tangenziale, difatti appena sceso mi è preso il panico e ho deciso di prendere il bus per tornare indietro. Per fortuna una gentile signora mi ha indicato la via: in fondo a quella stradina c'è una scala e poi un sottopassaggio e arrivi. Ok, il buio e la pioggia hanno reso il percorso ancora più inquietante di quanto già non fosse ma alla fine ce l'ho fatta.
Il computer è terminato. Così come quello che avevo scelto come riserva. Rifaccio la via oscura e prendo il 30 per tornare.
Mi viene la malsana e priva di senso idea di farmi l'intera corsa del bus e ritorno. Totalmente a caso. Tanto per fare una nuova utilissima esperienza e perché non avevo un cazzo da fare e volevo vedere che succedeva, ma soprattutto perché mi infastidiva l'idea dell'aver preso il biglietto del bus inutilmente.
Così mi siedo e la gente continua a salire e a scendere: dopotutto è un bus, cosa dovrebbe fare, restare seduta a oltranza?
Ero curioso di sapere che strada avrebbe fatto, il punto in cui avrebbe fatto inversione e cose così.
Sinceramente mi aspettavo potesse accadere qualcosa di più interessante, qualche personaggio memorabile, ma nulla. Molto brusio in fondo al bus, molta gente che fa domande all'autista, gruppi di ragazzi, giovani donne, coppie di anziani, madri con figlia, dipendenti TPER. Forse non ho osservato niente di rilevante perché la maggior parte dei momenti sono routine per tutti e la gente se ne vuole solo stare tranquilla e il pazzo in quel caso ero io, o forse perché stando seduti avanti non puoi davvero avere la giusta visione sulle cose. Solo stando dietro, o al massimo in mezzo, hai davvero la capacità e la possibilità di vedere gli aspetti e le sfaccettature di tutte queste differenti routine, e magari cogliere anche l'evento memorabile che ti stimola la giornata e almeno un paio di bevute con gli amici. Perché alla fine ci si rende conto che i ricordi e i racconti sono quasi sempre gli stessi e per quanto siano assurdi o belli ti chiederai: ma da quant'è che per star bene ci raccontiamo le stesse cose? Davvero è così difficile vivere altre cose che diventeranno racconto da bevuta? Davvero è così importante rincorrere il momento memorabile e ritenere inutili tutti gli altri?
Non so, farmi l'intera corsa del 30 e ritorno non mi ha aiutato a rispondere a queste domande, ma mi ha aiutato a porgermele. E a capire che se stai avanti a tutti, magari stai comodo, ma ti perdi un sacco di cose che potrebbero diventare ricordi.