20 dic 2019, 18:34 (3 giorni fa)
a me
Caro Fantastico,
grazie grazie grazie per la risposta, davvero. Non era cosa scontata e pertanto apprezzo la pazienza e l’attenzione impiegate nel leggere i miei scarabocchi. Non scrivo da molto, a dire la verità, con costanza da marzo di quest’anno, più o meno. Avevo provato a buttare giù qualcosa un paio di anni fa, ma con risultati talmente scadenti che decisi di abbandonare dopo poche righe e lasciare il mosto fermentare dentro di me ancora un po’. Le città invisibili di Calvino lo conosco, ovviamente, ma ahimè non l’ho mai letto, perdona la gravissima mancanza, ma cercherò di rimediare al più presto. A parte ciò, grazie per l’analisi attenta e bilanciata, è quello di cui ho bisogno, ciò che cercavo. Capisco che il lettore si perda, lo capisco perché nello scrivere mi perdo anche io. Non so cosa cerco, né cosa voglio, potrei anche voler semplicemente perdermi. È un difetto? Non lo so. O meglio, non lo so se lo sia per me, per quello di cui ho bisogno. Scrivere è un atto egoistico prima di tutto, come scriveva la Ferrante qualche tempo fa, e di questo ego io spesso vorrei liberarmi, ancora più spesso vorrei gonfiarlo di lodi fino a farne una mongolfiera. Questo ego lo sputo sulla pagina con molta supponenza, senza sapere cosa ci troverò alla fine, qualche volta qualcosa di bello, altre qualcosa di orrido, spesso senza cavarne assolutamente nulla, senza capirci nulla, ma sempre con un disperato bisogno di equilibrio. Certo, nella mia testa si affastellano poi sogni di gloria e onori, li bramo violentemente, e le parole sognano occhi altrui, affinché si realizzi quel processo collettivo che è la cultura, nel senso più ampio possibile, in cui uno scritto, un dipinto, una credenza assume significato solo se condiviso, in una trafila continua di rinascita e riscrittura, tanto che ogni opera è sempre il prodotto di una moltitudine e mai di un singolo. È questo per me l’aspetto più bello del fenomeno espressivo, il segreto del suo perpetuarsi: la vera ricchezza risiede nelle relazioni. Detto ciò, scrivo anche per cercare qualcosa, non so cosa, forse un’illusione, qualcosa che mai troverò. Eppure non posso farne a meno. Ogni tanto, nella snervante sovrapposizione di immagini trovo qualcosa si prezioso, prezioso solo per me probabilmente, ma tanto mi basta. Eppure sì, è un difetto, è innegabile. Qualcosa di solido sì, capisco perfettamente, hai ragione. Sono capace di raccontare una storia? Non lo so. Nel frattempo continuerò a cercare questo fantomatico equilibrio, questa chimera, poi, magari, se mi scappa qualcosa di definito, un cerchio che alla fine si chiude e non una linea che si propaga all’infinito, ve lo invierò con piena emozione e gratitudine, per questa piattaforma che è una festa continua. Ancora grazie per la risposta, ne avevo bisogno, la conserverò con gelosia, facendone di ogni lettera un insegnamento, un consiglio amico. Scusami tanto per il pippone, è prolisso e ridondante, lo so, non pretendo che tu lo legga interamente, men che mai che riceva una risposta, comprendo bene quanto sforzo serva per ascoltare gli altri in questo incessante susseguirsi di impegni e obblighi e scadenze. Per questo, già solo se arriverai fino qua per me sarà un dono bellissimo. Da oggi Fantastico! è anche psicoterapeuta.
Ricambio il grande abbraccio.