COOLtura
Che poi uno ci prova anche. Ci prova a non esporsi troppo, a fare dell'intrattenimento che non sia pesante o sempre dichiaratamente schierato. Ci prova a non entrare nello stereotipo del buonista, professorone, radical chic dei centri sociali. Ci prova a buttare giù tante cose, per il quieto vivere, il bene comune, per creare un dialogo che sia più accattivante. A non dire in tutti gli interventi che, anche se lavora per Audi, la sua formazione culturale è quella dei centri sociali. A non criticare Salvini per ogni cosa che faccia, perché poi si esagera. A non dire che il centro-sinistra, per quanto lo millanti, è la realtà più distante dalla sinistra che si sia mai vista negli ultimi (almeno) trent'anni. Per andare avanti, per ricavare spazio per una discussione più profonda, più ampia, non sempre inerente l'intrattenimento e le marginalità della vita, che fanno sempre molto ridere. Ci si prova, che poi si rovinano i rapporti e tutto sembra più vuoto. Per collaborare con tutti e riuscire a restituire uno spettro della realtà più completo. Per andare oltre, per fare cultura.
Poi chiudono XM24, uno dei centri culturali più importanti in Italia, sicuramente a Bologna, perché all'amministrazione locale non stava bene che esistesse una realtà che non la pensasse come loro. Poi un noto volto pubblico della televisione nazionale fa un discorso pieno zeppo di uscite maschiliste, svilendo il ruolo e la professionalità delle conduttrici che, insieme a lui, dovrebbero occuparsi, appunto, di fare cultura.
E allora no.
E allora non è più il caso di stare zitti, di non schierarsi, di pensare solo a fare il proprio lavoro, se ti precludono spazi o occasioni per poterlo portare a termine perché a qualcuno non va bene.
Non è più il caso di fare un passo indietro.
Perché chi ti dice di pensare a fare la cultura e non la politica, non ha capito né cos'è la cultura, né cos'è la politica.