Cornucopia in blu
travolti da una insolita e insostenibile leggerezza di un essere tranquillo nel mare d'agosto, procedemmo sciolti appena ci ritrovammo insieme, in coppia verso un altrove nel boh, uniti da una indefinitezza progettuale risolta in una iper-larghezza delle vesti e nei piedini sporchi, entrambi persi a ridere lungo un serraglio di siepi e mastodontici spazi caduchi.come due dolci amanti veri e sgraziati che gridan cose sdolcine come <nobody like you>, procedemmo in tutto un bosco di coccole e ci regolammo su pertugi emotivi rinvenuti sopra il fango terrestre, con foglie d'indosso, radiazioni. dal cielo barre di bulloni di burro, a sbrodolo, fino allo sbrego del prato.
tu mi chiedesti
non è che anche tu hai la cornucopia ripiena di blu, non hai quel senso di pienezza e sazietà come quando una luce soffocata di aria pura persevera sulla carta, albeggia a va incidendo il blu.
e io dissi
terracinella mia, son cicli che vanno, son sentori che tornano e ripartono per un nuovo andata-ritorno una seconda volta e ancora, io solo ti dico rispondimi per favore se ti chiedo di pensare che tutto sia bello.
andiamo a mangiare nell'eremo a valle, che il profumo delle salse e degli oli caldi pervade da sotto e intersonica il resto; pochi metri più sotto vedremo un punto dove già si intaglia in mezzo la vista di un simposio dentro una corte, nei prati di fuori, coi cani, gli arieti, le galline dei saggi, le pecore degli stolti, le cose bianche che si muovono e poi le altre cose rosa in ultra-shine e poi tutto quel che puoi pensare, lo sai, lo vuoi:personcine felici, sentimento, modi di dire, io che ti canto <nobody like you>, succhi di frutta, tu mi dici che è martedì (forse) e io che ci credo.
"car wash prego, i wash you go prego, io lucidare prego, io bravo", grida in tono amichevole un giovane scalzo vestito con una jilaba e confezionato a terra su un tappetino di stoffa colorata; una vecchia macchina ford che smarmitta fumo malamente si frena brusca davanti al giovane, che velocemente e con violenza viene caricato dentro il veicolo e a cui viene messo in testa un sacco nero dell'immondizia con un buco per respirare, mammamia, arrivederci.passiamo i mercati esterni della verdura, quando inizio ad avere la netta sensazione di essere a baghdad.mi allunghi una sciarpa perché mi vedi aver freddo, qui dove inizio a pensare di essere a baghdad.mi dai la sciarpa perché fa freddo come a baghdad quando fa freddo vieppiù piovoso, quel clima tipico della zona intorno a baghdad, quei giorni in cui la goccia della pioggia è ripiena di acqua umida inebriante che bomba bolle di siero acquoso.
ma tu mi dici
non siamo a baghdad.
e io di credo
spinne di cianduria ricoprono il cielo, tu ridi solo perché lo sai che non mi da fastidio, a terra lame che tagliano corpi nudi adagiati a festa e approntiti da lunghi sbeveraggi etilici, sul ponticello sopra'l tergitubo si erge una testa di tonno che dice seccato di puzzare effettivamente di pesce.
un segno, pensiamo: vai avanti tu che dietro sto io.camminiamo, andiamo avanti, camminiamo.
il cielo sobbalza, bum!, e tu di buona lena mi dici che copernico dichiara che la traiettoria dei pianeti è circolare; io ti dico che vera o falsa, la proposizione comporta un insieme di tensioni ognuna delle quali si esercita sulle singole posizioni pragmatiche che essa pone in gioco:a me questa partita non piace giocarla quindi io sai cosa c'è, c'è che me ne vado, ecco cosa c'è.
sono intenzionato ad andarmene senza riflesso, incartato magari ad un piglio di labbro, succinto, quando ti prendo una mano che tu mi hai già afferrato la vita, quando ti dico ti amo e tu rispondi non vengo, <nobody like you>
mi dicesti
spruzzini secchi di lardo di sabbia verranno rinvenuti nella tua mantellina di lana di Arax.
E io, semplicemente, ci credetti.
mi dicesti
ho corso e corsi, ho riso e risi, smarrito smarrendo, volare oh-oh
insieme
mi concentro un attimo e ora lo so, tutto questo spiega perché molte volte abbiamo quella classica sensazione di avere qualcosa di bollente e acido sulla punta dei polmoni quando cerchiamo di comunicare gli elementi importanti di un ricordo o di un avvenimento o quando cerchiamo di spiegare alle persone il motivo per cui facciamo davvero qualcosa.
mi dicesti
mi concentro un attimo e lo so, che le parole e il tempo cronologico e i suoni di cui ci vestiamo creano tutti questi equivoci assoluti e immortali su quello che accade per davvero a livello elementare, come quando cademmo sul prato e semplicemente ci scappò di gridare che <nobody like you>
barre di bulloni di burro, a sbrodolo, fino allo sbrego del prato.
e io ci credetti, per colpa di una cornucopia in blu.