Esplorare l’international house
Premessa. Qui a New York vivo in una sorta di college come nei film. Più che un college in realtà è una comunità internazionale che ospita studenti e lavoratori da tutto il mondo. Una strana via di mezzo fra un hotel a 2 stelle e un summer camp.
- Qui la gente è ossessionata dal jogging e dalla palestra. Le persone si alzano presto (prima di andare a lezione) e vanno a fare 25 km di jogging con -5 gradi fuori. Sto proteggendo la mia pigrizia con grande orgoglio.
- Ho scoperto che nel tragitto bagno – camera le donne posso andare tranquillamente in accappatoio. Io ci ho provato un paio di volte e dopo essere stato guardato come un potenziale stupratore ho deciso che andrò a fare la doccia vestito integralmente per sei mesi.
- Ho sempre odiato l’auto promozione e non vorrei menarmela ma condividere il cesso con altri 40 ragazzi mi ha fatto capire che sono davvero uno degli uomini più puliti del mondo. Donne pensateci; non è molto ma non è neanche roba da poco. Non immaginereste mai quanti fighi non si lavano le mani.
- Il fatto di avere in camera una moka e un fornello elettrico infrange le leggi di questo luogo quindi per evitare di fare le figure da solito italiano mi riduco a farmi il caffè con le finestre spalancate e il ventilatore acceso. Il caffè è molto più; la broncopolmonite molto meno.
- Gli ascensori sono 4 e i residenti sono 500 distribuiti su due edifici da 10 piani. Questo causa un discreto traffico. Ho la sensazione di vivere in ascensore e abitando tutta la vita al piano terra è una sensazione davvero strana.
- Sabato sera alle 3 del mattino in ascensore eravamo in 4 tutti un po’ ubriachi e una ragazza è entrata cantando a squarciagola una canzone di rihanna. Dopo essersi resa conto che l’ascensore era pieno ha smesso, ha sorriso e poi ha ripreso a cantare ancora più felice di prima. A me queste cose un po’ trash mi fanno sentire a casa.
- Qui c’è un pub interno dove un gin tonic costa 5 dollari e si può andare in ciabatte e pigiama.
- Nel pub c’è un biliardino schierato con un insolito 3-4-3. La mia popolarità non può che aumentare.
- Sto incontrando tantissime persone da moltissime parti del mondo. Questo è bellissimo e stimolante ed è un grande peccato che io non sia in grado di ricordarmi i loro nomi. Già facevo molta fatica come “Giulia, Marco, Simone” provate voi con i nomi di indiani, cinesi, nepalesi, filippini etc. Mi servirebbe uno shazam delle facce.
- Gli indiani ogni tanto si addormentano sui tavoli delle aule studio e sono molto legati ai “loro” posti. L’ho scoperto dopo che un ragazzo ha aspettato che finissi di fare la doccia malgrado ce ne fossero tre accanto libere per usare la mia.
- I cinesi odiano il capodanno perché lo devono passare con la famiglia e a quanto pare i nonni cinesi rompono le balle chiedendo se “hanno il moroso”. Il problema è che se non ce l’hanno i nonni organizzano appuntamenti al buio con nipoti di amici per fargli sposare. Mi è stato riferito che in Cina c’è una battuta molto emblematica “o studi o ti sposi”. Credo che questo spieghi anni di successi accademici orientali e vari luoghi comuni sui cinesi e la matematica.
- Gli scandinavi non usano whatsapp perché nei loro paesi evoluti gli sms sono gratis da circa 10 anni e quindi nessuno ne ha mai avuto bisogno.
Trovano scandaloso il mio uso delle note audio e il loro stupore mi ha fatto molto ridere.
- Un ragazzo sudamericano che lavora alla mensa ogni mattina (si dico mattina perché qui mi alzo presto… liberi di non crederci) mi grida “Lorrrrrrrenzo” perché mi ha preso in simpatia. La cosa mi imbarazza molto perché gli altri avventori mi guardano e io di solito sono ancora in pigiama con la faccia di uno che è sveglio da tre minuti però gli voglio un sacco bene. È uno dei pochi nomi che ho imparato… si chiama Baldemiro (capite perché è difficile?).
- In questi giorni ho avuto un po’ di sinusite e quindi non riuscivo a dormire bene per il mal di testa. Da tipico maschio italico ho pensato di morire a new york) e ho comprato tutti i farmaci più inutili e costosi della storia ma dopo qualche giorno mi sento meglio e penso che dovrei farcela.
Da New York è tutto e se la sinusite alla fine dovesse vincere lascio la tana ai miei compagni di squadra e i miei maglioni a mio fratello. Tanto erano già suoi e me li sono portati via.
Ps: Non so se si era capito… ma qua sono molto felice.