Diario di bordo della reclusione – Episodio 3
Palmo, palmo, pollice, pollice, mani incrocia… No. Da capo. Palmo, palmo, pollice, pollice, mani incrociate… No. Palmo, palmo, pollice. Cazzo. Com’è che era? Maledetto me che non ascolto mai Barbara d’Urso. Va bene, non importa, ho già lavato abbastanza.
Fazzoletto sulla bocca, cordino, cordino, mascherina, tappanaso, occhialini da piscina. Guanti. Buste di plastica, sono pronto.
Ripasso mentale: apertura porta, chiusura porta, ascensore, apertura della porta del condominio con il gomito, fuori a destra, tutto dritto, entro nel negozio, reparto uno e trovo frutta e verdura, prendo quello che mi serve, reparto due pasta. Cazzo, no, al reparto due ci sono i surgelati! Non ci siamo, da capo. No, da capo non ce la faccio. Fanculo. Ora chiamo Paolo e mi faccio fare la spesa da lui, gli dico di lasciarmela fuori dalla porta di casa e che gliela pago con un bonifico. No, non può funzionare, Paolo è un cretino, sicuramente uscirebbe senza mascherina, non si laverebbe le mani, non manterrebbe il metro di distanza e sicuramente mi comprerebbe della pasta scadente e pure costosa. Non posso affidare un compito così delicato ad uno come lui. Piuttosto mi sparo.
Dicevamo: porta, porta, ascensore, porta con il gomito, fuori a destra, tutto dritto, negozio, reparto uno per la frutta e la verdura, reparto tre, no, forse era il due. Cazzo!
Non ce la farò mai se vado avanti di questo passo. E pensare che una volta, tra andare e tornare ci mettevo un quarto d’ora.
- Pronto, Paolo?