Vieni vieni, si, entra pure,
Scusa il disordine ma non ti aspettavo,
In generale, non aspettavo ospiti.
Dico sempre che voglio fare ordine e poi non lo faccio mai.
Tu però vieni, entra pure nella mia testa.
Scusami se non è così accogliente;
In alcuni angoli c’è veramente tanta polvere che non so spazzare via,
A volte poi tira un vento fortissimo,
Talmente forte che non ti fa pensare più.
Ma tu entra, entra pure
Immagino ti abbia fatto entrare quello del piano di sotto.
Bel tipo quello,
Si si, intendo il cuore.
Lui fa entrare un po’ tutti.
Lo sfratterei a volte
Perché spesso chi entra fa solo del disordine e basta
E poi devo pensarci io a rimettere tutto a posto.
Ma poi qui da sola penso che mi annoierei,
Solo non capisco la sua logica nel scegliere chi può entrare e chi no.
Perché è fatica raccogliere i cocci,
Li hai tutti lì per terra e tu li raccogli per bene ma una scheggia può sempre pungerti quando meno te lo aspetti e cammini scalza perché fa caldo.
Poi i netturbini non passano mai a raccogliere i cocci.
Nel calendario della raccolta differenziata porta a porta non è mai la serata giusta.
passano addirittura a prendere i resti delle potature ma mai i cocci.
Quelli te li devi tenere.
Ma che pessima padrona di casa,
Ti sto già annoiando con i discorsi sui problemi della raccolta differenziata come le comari che scrivono in maiuscolo sul gruppo Facebook del paese o del quartiere.
Adesso però non importa, eccoti qua.
Bravo si, siediti pure su quella poltrona,
È comoda, c’è anche un panno lì sul bracciolo.
Io ho sempre paura di aver freddo,
E ne ho avuto tanto, tanto da credere di morire
Ma non si muore mai.
Almeno non per questo freddo.
Tutti sanno come difendersi dal caldo:
E “mettiti la crema solare” e “non uscire nelle ore più calde” e “mangia tanta frutta”.
Ma quando hai freddo cosa devi fare?
Nessuno te lo dice davvero.
“forse sei vestita poco, mettiti un altro maglione”, “ma hai la maglia della salute?”.
Tutti che ti dicono cose che tu sai,
E intanto tu hai freddo e il maglione è sempre troppo corto per coprirti la pancia
E tu tiri ma ormai hai tra le mani solo un tessuto infeltrito e sintetico,
Che hai lavato troppe volte in lavatrice perché l’etichetta non l’hai mai saputa leggere.
Ma adesso il vento l’ho chiuso fuori,
Soffia sempre,
Ma è fuori dalla porta.
Si, si siediti pure su quella poltrona verde,
Forse si è già seduto qualcuno ma non importa,
Adesso ci sei tu.
Spero di essere una brava padrona di casa,
Di non servirti mai il tè col sale o una Corona calda con in punta una fetta di quel limone ammuffito che ho da settimane nel frigo.
Ecco, ho già messo la legna nel camino,
ho tolto un po’ di povere e raccolto i calzini sporchi da terra.
Si, si togliti pure le scarpe e mettiti comodo
Che io vado nello stomaco a raccogliere qualche farfalla per te.