Fa che non parli di me
Non ci hai pensato per niente oggi. Sarà perché ti sei chiuso a guardare The Office. Ma adesso ci stai pensando. Dalla sera non si scappa. Ti stendi ed eccolo lì che arriva puntuale. D’altronde è solo per questo che ti sei ricordato di iniziare così questo pezzo, perché come al solito non ti appunti mai niente. Non è stato neanche un vero ricordare, hai avuto lo stesso pensiero e poi hai collegato le cose.
Entri in casa e parli con Alexa e ti senti potente. Ma non è casa tua e ti senti morire.
Sul muro di casa tua c’è una macchia che scambi sempre per un insetto. Neanche quella è casa tua.
Casa tua ha rumori di lavatrice e di ragazzi che giocano a calcio. Ha voci di chi non ha vissuto e di chi non sta vivendo. È lontana, c’è tutto ciò che hai avuto fino ad oggi, tranne ciò che hai perso durante i vari cambi di CAP e di Jeans. Ma neanche quella è casa tua se ci pensi.
Tutti i tuoi ricordi sono legati al momento in cui ti sei reso conto di star male. Tutti i tuoi sogni sono legati al momento in cui ti sei reso conto di non appartenere a quel letto.
Vi siete mai sentiti inesistenti? Non per modo di dire, ma nel vero senso della parola. Come se non foste in grado di reagire, qualsiasi cosa succeda a te e intorno a te. L’unica cosa che senti è il bisogno di vomitare e poi quello di non volerlo fare mai più.
Forse sentire tutto ti prosciuga da ogni tipo di energia. Forse tutto questo non è fatto per chi dice di non credere più a niente ma alla fine crede a tutto. Per chi si ostina a fare in modo che le cose vadano bene per tutti e poi si ritrova nudo al centro di una guerra.
Hai scritto una recensione inventata sul Funko Pop della Signora Fletcher e poi scappi appena ti chiedono una lettera di presentazione. Cosa cazzo ve ne fate di persone entusiaste della vita? Maledetti, torno a dormire. Se non sei in un centro psichiatrico è solo perché non ci si può chiudere a chiave. All’asilo hai tirato un ceffone a un bambino mentre mangiava tranquillo la merenda perché tempo prima ti aveva dato fastidio.
“Forse lo chiameremo Gabriele.”
“Ho la malinconia ma devo portare avanti la squadra.”
“Se vomiti in macchina sono 300 euro.”
“Per esempio, lui l’ho conosciuto oggi e si capisce che è una persona di cuore.”
“Sei proprio del Leone.”
“Ovunque vai ti infili nei giri giusti.”
“Quanti libri devo leggere per stare con te?”
“Ti terremo in considerazione per posizioni future.”
“Non sanno come prenderti.”
Ti hanno investito sulle strisce e hai chiesto scusa. Ti hanno contestato la locandina della Festa della Liberazione e hai girato al contrario gli accendini del Duce. Ti hanno detto Ti Amo e sei rimasto zitto. Ti sei tolto da Facebook e dopo cinque minuti ti sei rimesso. Ti sei messo a ridere mentre tornavi a casa la sera perché pensavi a una gag dei Simpson.
Non doveva andare così.
Fa che non parli di me.
Molli tutto.
Ma tutto cosa?