Fantastiche citazioni #2
Occorrono occhi grandi per la linea del mare. Occorrono occhi grandi per le stelle del cielo. Occorrono occhi grandi per guardare un amore.”
— Roberto Piumini, Occhi grandi
Mandami in sogno parole lunghe lunghissime che manchi il tempo per pronunciarle. Mandami parole.
— Chandra Livia Candiani
Ti dicevo al telefono (di cui
più mi prendono le pause,
gl’imbarazzi
docili, e se ci udiamo respirare)
ti dicevo al
telefono un amore
che urge, e perché.
— Elio Pagliarini, Ti dicevo al telefono
Dico talvolta: “Ciao, gatto!”, e poi mi vergogno di avergli dato del tu.
— Giorgio Manganelli, Improvvisi per macchina da scrivere
Per essere bambino
ci vuole apprendistato
di stelle nel giardino
non basta essere nato
— Filippo Strumia
L’amore non si prova, non si pesa. È come Gabriella. Esiste, basta questo – Disse João Fulgêncio. - Il fatto che non riusciamo a comprendere o spiegare una cosa, non distrugge la cosa. Non so niente delle stelle, ma le vedo in cielo, sono la bellezza della notte
— Jorge Amado, Gabriella garofano e cannella
La popolarità non richiede oggi una particolare genialità, anche se l’intelligenza non è un impedimento. Però, dal panorama dei personaggi più famosi si arriva tristemente alla conclusione che per avere successo è meglio essere un po’ cretini. Cretini, ma popolari. D’altronde non esistono che due possibilità: o sei un cretino conosciuto, o sei un cretino qualsiasi.
— Giorgio Gaber, Il successo
Secoli di trattati sull’erotismo
Non valgono la tua risata di gola.
— Giovanni Giudici, A una giovane sindacalista (da Il male dei creditori)
Se fossi un treno e tu fossi Forlì, io, partito da dove non importa, mi fermerei esattamente lì, ogni altra via essendo lunga o corta. Non andrei oltre: che so io, a Riccione ad annoiarmi di quel mare sciocco su quell’allineata confusione ad aspettare l’afa di scirocco, o non mi fermerei prima, a Faenza, con quelle sue ceramiche preziose, svolazzi di galletti e colibrì: mi fermerei con potente impazienza, treno strapieno di fragranti rose, proprio da te, se tu fossi Forlì.
— Roberto Piumini, Se fossi un treno e tu fossi Forlì
Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo – li – ta: la punta della lingua compie un breve viaggio di tre passi sul palato per andare a bussare, al terzo, contro i denti. Lo – li – ta.
— Vladimir Nabokov, Lolita
I CCCP dicevano: non a Berlino ma a Carpi e io non capivo niente e con un mio amico abbiamo preso un paio di treni a sedici anni e siamo andati a Carpi a vedere cosa c’era se la consideravano addirittura meglio di Berlino. Abbiamo trovato una piazza enorme deserta, tantissima gente normalissima, nessuno vestito come noi, in qualche modo ci è sembrata anche peggio di Ferrara e allora ci è venuto il dubbio che intendessero che i nostri posti andavano benissimo e che anche lì i desideri si possono realizzare.
— Vasco Brondi e Massimo Zamboni, Anime Galleggianti
Ci tenemmo lì e per la prima volta avvertii la paura che le succedesse qualcosa, e che la mia felicità fosse la sua, e anche i dolori e le apprensioni e le possibilità di qualcosa di buono. Non ero più vulnerabile per me stesso, ero fragile per noi. Passavo dalla prima persona singolare alla prima persona plurale. Intuii lì, in quell’abbraccio furtivo, che avrei potuto prendere le ferite di un altro essere umano e tentare di ripararle, e che io stesso avrei potuto affidarle le mie.
— Marco Missiroli, Atti osceni in luogo privato
Cercatevi il vostro odore eppoi ci saran fortune e buoni fulmini sulla strada. Non ha importanza alcuna se sarà di sabbia del deserto o di montagne rocciose, foss’anche quello dell’incenso giù nell’India o quello un po’ più forte, tibetano o nepalese. No, sarà pure l’odore dell’arcobaleno e del pentolino pieno d’ori, degli aquiloni bimbi miei, degli uccelletti, dei boschi verdi con in mezzo ruscelletti gai e cinguettanti, delle giungle, sarà l’odore delle paludi, dei canneti, dei venti sui ghiacciai, saranno gli odore delle bettole di Marrakech o delle fumerie di Istanbul, ah buoni davvero buoni odori in verità, ma saran pur sempre i vostri odori e allora via, alla faccia di tutti avanti! Col naso in aria fiutate il vento, strapazzare le nubi all’orizzonte, forza, è ora di partire, forza tutti insieme incontro all’avventuraaaa!”
— Pier Vittorio Tondelli, Altri libertini
Se avessi voglia di ordinarmi un anello, sceglierei questo motto: “nulla passa”. Io credo che nulla passa senza traccia e che ogni nostro più piccolo passo ha un significato per la vita presente e futura.
— Anton Pavlovic Čechov, La mia vita
Una volta la fede era l’anestetico, era lo strumento, lo scopo e la speranza, una volta c’erano le scienze, i sogni di un mondo migliore, meno distanza tra le persone, poi tutto è cambiato. Passano i giorni, i secoli, e oggi la fede è poco più della messa domenicale, la scienza appartiene agli scienziati, il sogno di un mondo migliore si è addormentato sul divano nuovo di zecca.
— Jòn Kalman Stefànsson, Luce d’estate ed è subito notte
TÀNATOS: Siamo cose feroci, noialtri immortali. Io mi chiedo fin dove gli Olimpici faranno il destino. Tutto osare può darsi distrugga anche loro.
EROS: Chi può dirlo? Dai tempi del caos non si è visto che sangue. Sangue d’uomini, di mostri e di dèi. Si comincia e si muore nel sangue. Tu come credi di esser nato?
TÀNATOS: che per nascere occorra morire, lo sanno anche gli uomini. Non lo sanno gli olimpici. Se lo sono scordato. Loro durano in un mondo che passa. Non esistono: sono. Ogni loro capriccio è una legge fatale. Per esprimere un fiore distruggono un uomo.
— Cesare Pavese, Dialoghi con Leucò
Se avrò una faccia
Pallida e sicura, sicura
Non ci sarà chi rida di me
Perché io avrò qualcuno
Perché aspettando te
Potrei scoprirmi ancora sulla strada
Per ritornare a me, per ritornare in me
— E non finisce mica il cielo (canta Mia Martini, testo di Ivano Fossati)
La notte quando non dormiamo diciamo che amarsi è comunicare in questo codice privato che neanche a occhi chiusi si abbandona, e come puoi perdere una persona, se non dimentichi la sua sintassi neanche nei tuoi sogni più stanchi?
I desideri si sono appianati e uniformati, le insicurezze restano diverse. La sua paura più grande e misteriosa è finire in prigione o mutilato. La perdita della libertà personale è molto più angosciante che la perdita dell’amore. Ha un nucleo freddo e azzurrognolo al centro del cuore, e questo ha fatto sì che a volte sentissi di volerlo come una martire.
— Claudia Durastanti, La straniera
Il sogno, questa neve dolce
Che bacia il viso, lo erode fino a trovarvi
Sotto, sostenuto da fili musicali,
l’altro che si sveglia.
— Julio Cortàzar, Le ragioni della collera
Sono sempre stato, e mi ritengo ancora un dilettante. Cioè una persona che si diletta, che cerca sempre di provare piacere e di regalare il piacere agli altri, che scopre ogni volta quello che fa come se fosse la prima volta. Non mi riconosco nei panni del professionista con la "P" maiuscola, che comunica le regole che ha imparato dalla gavetta in poi, esercitando il proprio mestiere.
— Roberto “Freak” Antoni (Skiantos), intervista
Non ho baciato le tue ginocchia. Non ho saputo che abbracciarti. È vero che vuoi ch’io ritorni? Come una bambina di dieci anni. È vero che mi aspetti? Rivedere la luce d’oro che ti ride sul volto. Tacere insieme, tanto, stesi al sole d’autunno. Ho paura di morire prima. Dino, Dino! Ti amo.
Ho visto i miei occhi stamane, c’è tutto il cupo bagliore del miracolo.
Non so, ho paura. Non hai bisogno di me. Eppure la gioia è così forte.
Non posso scriverti. Verrò il 19, dovunque.
Sono tua. Sono felice. Tremo per te, ma di me son sicura.
E poi non è vero, sono sicura anche di te. Vivremo, siamo belli.
Dimmi. Io non posso più dormire, ma tu hai la mia sciarpa azzurra, ti aiuta a portare i tuoi sogni? Scrivimi.”
— Sibilla Aleramo in una lettera privata per Dino Campana
Io ho un problema con gli eroi in generale: non mi piacciono. Non amo l’eroe buono, positivo e nemmeno quello mitologico che incarna in sé la morale, la giustezza della vita. Gli unici che mi piacciono sono i bambini perché sono inconsapevoli di esserlo e quindi possono "incarnare" un problema etico e nello stesso tempo risolverlo attraverso l’intuizione e il cuore.
— Niccolò Ammaniti, Intervista per Wuz.it
Camminavo una notte in riva al mare di Brigantes, dove le case sembrano navi affondate, immerse nella nebbia e nei vapori marini, e il vento dà ai rami degli oleandri lente movenze di alga.
Non so dire se cercassi qualcosa, o se fossi inseguito: ricordo che erano tempi difficili ma io ero, per qualche strana ragione, felice.
— Stefano Benni, Il bar sotto il mare
Non mi piacciono le partenze. E neppure i ritorni. Desideravo solo che le cose succedessero, così come dovevano succedere.
— Jean-Claude Izzo, Casino Totale
È andata come dicevo io.
Però non ne viene nulla.
E questa è la mia veste bruciacchiata.
E questo è il mio ciarpame di profeta.
E questo è il mio viso stravolto.
Un viso che non sapeva di poter essere bello.
— Wislawa Szymborska - Monologo per Cassandra
Non dovete cadere. Quando sentite di essere instabili, resistete a lungo prima di girarvi verso terra, poi saltate. Non bisogna più sforzarsi di stare fermi, bisogna guadagnare terreno. Conquistare! Il filo trema. Si vorrebbe imporgli la calma con la forza, mentre invece bisogna spostarsi con dolcezza, senza disturbare il canto della corda.
— Philippe Petit, Trattato di un funambolo
Al Café del vapor / della Bahìa Cubana / trionfava niña Isabel / che era un fiore de la Havana / Cantava per la gente / della terra e del mare / e nessuno vide che una pena / si torceva nel suo canto / che canti niña isabel! / urla la marineria / e canta la flor morena / quasi morta e quasi fredda / ay niña isabel / che hai gli occhi di notte cubana / ay niña isabel / che hai le labbra miele di banana / ti uccide un desiderio / ti uccide un dolore / che va per mare vestito d’indaco
— Chavela Vargas, Niña Isabel
C’è stato un momento in cui forse ha smesso di fingere. Non so quanto sia durato, ricordo solo quella sensazione di naturalezza più forte dei nostri nervi contorti. La guardo di spalle, ripercorro la sua pelle, e mi cresce dentro una desolazione infinita, un bisogno di afferrarti e scuoterti e urlarti perché adesso sei così diversa.
— Pino Cacucci, Puerto Escondido
M’importava assai poco che l’accordo ottenuto fosse esteriore, imposto, probabilmente temporaneo; sapevo che il bene e il male sono una questione d’abitudine, che il temporaneo si prolunga, che le cose esterne penetrano all’interno, e che la maschera, a lungo andare, diventa il volto.
— Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano
L’unica cosa che fa sgonfiare un soufflé è sapere che ne avete paura.
— James Beard, per Squisito! di Ruth Reichl