Benvenuti al centesimo appuntamento di Fantastico!
Vi abbiamo promesso che questo viaggio non sarebbe stato breve, grazie per averci accompagnato fin qui!
Soprattutto oggi vogliamo celebrare l’importanza della famiglia: Fantastico! è in primis un luogo di condivisione e di dialogo, ci scambiamo opinioni… e meme.
Questa settimana tra Pio e Amedeo e Biancaneve il politically correct è stato nell’occhio del ciclone. Ricordiamoci però l’importanza del chiedersi quanto sia legittima e competente la voce che pronuncia alcune affermazioni e del controllare le fonti di informazione. Siate rispettosi e fate notare i propri errori a chi sbaglia.
Ma torniamo a noi: in pole position questa settimana c’è Bebo, con l’intervista a Vanni Santoni che trovate nel quarto numero della rivista.
Muro di parole
Visto che sono indeciso se partire con le domande all’autore o all’editor, la prendo da più lontano, sperando di non tirarti per il colletto su argomenti non graditi. Il 2020 ha segnato in maniera violenta la scomparsa dei corpi nella costruzione della collettività, costringendoci ad utilizzare il digitale per la socialità, per sentirsi all’interno di qualcosa più ampio delle nostre singole vite, case, faccende. Entrambi abbiamo vissuto felicemente il mondo dei rave, del ballo e di quel rito catartico che rappresenta per la comunità. Quanto edonismo comunitario abbiamo perso nella nostra società in questi anni?
Moltissimo, moltissimo. È importante ricordare che i primi rave non subivano alcuna repressione, per la semplice ragione che non c’è niente di vietato in un gruppo di persone che si riuniscono per ascoltare musica e ballare. Non ne subirono per almeno cinque anni in UK, fino al famoso processo per il mega rave di Castlemorton del 1992 che innescò la serie di eventi che portò, nel 1994, all’approvazione del Public Order and Justice Act, una legge che per la prima volta vietò i raduni in base al tipo di musica che vi veniva suonata - un caso con un solo precedente: il regolamento del ministero della cultura nazista contro il foxtrot, che a loro dire «stimolava istinti bestiali»; non ne subirono per altri sette in Francia (la legge Mariani è del 2001) e anche da noi non si cominciò a vedere una reale repressione almeno fino al 2005, repressione che peraltro in Italia ha sempre avuto contorni - lei sì - illegali, dato che il modus operandi che pian piano si affermò fu quello di denunciare per occupazione di terreno tutti i partecipanti identificati ben sapendo che sarebbero stati poi assolti, ma intanto intimidendoli con la denuncia e il processo.
Interessante vero? Prosegui con la lettura!
- di Alberto bebo Guidetti
Parlando di famiglia, avete presente l’angolo dove siedono i nipoti di sinistra ai pranzi domenicali? Su una delle sedie c’è il nostro Johnny Shock.
Tiro una riga
Nell’ultimo anno ho trascorso una quantità incredibile di ore davanti a uno schermo, come credo chiunque. Ho voluto mantenere il privilegio di non contarle, sto meglio così.
Ho conosciuto e mi sono affezionato a persone che non ho mai incontrato nella vita vera e mi sono sentito catapultato nel 2014, quando Tumblr andava ancora di moda.
Ho discusso su internet, sono andato in onda in radio, ho ascoltato dei podcast, letto dei libri, scrollato bacheche di social network per chissà quante maratone con lo stesso pollice. Ho anche guardato la televisione, per quanto anacronistico possa sembrare. Ho letto di tutto, ho cercato di analizzare la situazione, di informarmi, di capire cosa sia più giusto fare per dare il proprio contributo e migliorare la situazione.
Il risultato è uno solo: odio le opinioni.
Odio le opinioni. Le odio tutte, dalla prima all’ultima.
Continua a leggere
- di Johnny Shock
Comunque, Fantastico! è un posto bellissimo soprattutto perché cerchiamo di tirare fuori il meglio gli uni dagli altri. Al di fuori della redazione siamo tutti un po’ controversial, anche Sara ha forti ideali, non sempre graditi.
L’importanza dell’abolire il concetto di maggioritario e minoritario
Tradizionalmente la cultura viene definita come il patrimonio comune di un gruppo sociale in un periodo storico preciso, e a ciò Paulo Freire, pedagogista avanguardista e teorico dell’educazione, integra una componente pragmatica: cultura è anche il prodotto dell’attività dell’essere umano non solo a livello intellettuale. Nel momento in cui cade il muro del pregiudizio secondo cui la produzione culturale è solo intellettuale e artistica, si aprono i confini dei criteri categoriali del concetto di cultura. L’allargamento della concezione di “culturale” ha risvegliato l’interesse per il folclore e spostato il focus dell’attenzione pubblica dalla cultura maggioritaria alle subculture, che solitamente hanno una tradizione molto longeva e fedele a sé stessa. La salvaguardia del patrimonio culturale globale coincide, quindi, con l’avanzamento della lotta per i diritti umani e il riconoscimento delle pari opportunità: da ciò parte la mia idea di cultura.
Non lasciare il pezzo a metà!
- di Sara Pilastro
La mia grande felicità
è il suono che fa la vostra voce
chiamandomi anche nella disperazione; il mio dolore
che non posso rispondervi
in parole che accetti come mie.
Non hai fede nella tua stessa lingua.
Così delegate
autorità a segni
che non potete leggere con alcuna precisione.
Eppure la vostra voce mi raggiunge sempre.
E io rispondo costantemente,
la mia collera passa
come passa l’inverno. La mia tenerezza
dovrebbe esservi chiara
nella brezza della sera d’estate
e nelle parole che diventano
la vostra stessa risposta.- Tramonto, Louise Gluck
L’orologio segna mezzogiorno, il sole è alto (almeno in alcune parti d’Italia), e si inizia a sentire odore d’estate. Possiamo chiedere di più? Sì, ma per ora va bene così. A tavola alzate un bicchiere alla nostra!