Benvenuti al centocinquesimo appuntamento con Fantastico!
Avete mai pensato a quante cose buone si possono fare da inginocchiati? Cunnilingus, pompini, antirazzismo, tre domande a Dutch Nazari, solo per dirne alcune.
E c’è chi si dispera dicendo: “io non mi inginocchio di fronte a niente e a nessuno!”, mah… valli a capire. Comunque, per l’ultima cosa, vi evitiamo la fatica perché ci abbiam pensato noi:
3 domande a Dutch Nazari
1. C’è una frase, nei tuoi testi, che quando l’hai scritta ti sei detto “beh bravo Dutch”
“Vita mia, mi servi sempre il peggio:
sconfitte al gusto di sconfitta
e vittorie al gusto di pareggio”
2. Due personaggi di finzione tra i tuoi preferiti: uno buono e uno cattivo
Cattivo: Mike di Breaking Bad.
Buono: Mike di Better Call Saul.
3. Tre canzoni, a caso, senza pensarci
a) Vasco Rossi - Canzone
b) Lucio Dalla - Canzone
c) The Bangles - Walk Like an Egiptian
“Per combattere il regresso sociale globale non serve seguire alla moviola la conferenza turca di Draghi o le sortite arabe di Renzi, senza poi preoccuparci di conoscere in profondità la politica oltre il Mediterraneo”.
Sara Montinaro, nel suo libro “Daes. Viaggio nella banalità del male” ci aiuta a renderci conto che è possibile, oltre che doveroso, comprendere ciò che ci è familiare e ignoto a un tempo iniziando a metterlo nel suo contesto, che non conosciamo non perché inattingibile, ma perché non lo spiegano, ad oggi (sbagliando), né la televisione né la scuola. Questo articolo di Davide Grasso è molto interessante per capire meglio la questione.
Abbiamo letto questo post di Giulia Fuso, lo abbiamo adorato, abbracciato e voluto per questa Newsletter:
Mi è rimasto il pianto
Qualche anno fa ho sofferto di una forte depressione, curata poi come deve esser curata con farmaci e psicoterapia. Le ragioni erano molteplici, solitamente è così che funziona; così tante che non riuscivo a individuarne una, sapevo solo di stare terribilmente male e di non trovare giovamento in niente. Nessun rifugio spirituale nessun rifugio pratico.
Vicino a dove abito fanno una festa paesana a giugno, la specialità sono gli gnocchi fatti a mano, con le patate novelle. Ricordo un periodo caldissimo con la musica di sottofondo, io non riuscivo a smettere di piangere e vomitare. Trascinata fuori dalla camera con gli occhi gonfi, i capillari scoppiati e il tremore, per mangiare un piatto di pasta e bere un bicchiere d’acqua in mezzo alla gente, l’amore era tantissimo.
Leggi tutto!
- di Giulia Fuso
Torna un’altra nostra vecchia conoscenza, il buon Samuele ci parla in versi di cocomeri in Piazza Maggiore:
La danza della zuppa
Bevo da zuppe
che non si capisce niente
di mondo mischiato
e bevuto e sputato.
Non voglio essere
il mio destino
ma prendere un filo
dal gomitolo
e unire i punti più lontani
dell’enigma.
Allora i dj possono
parlare di politica,
gli intellettuali
di come si fa il ragù
e divertirsi non è mai stato
così serio.
Continua la poesia.
- di Samuele Abagnato
Posso riempire tutti i miei fogli bianchi con le più belle combinazioni di parole che sorgono dal mio cervello. Siccome desidero assicurarmi che la mia vita non sia priva di senso e che io non sia solo sulla terra, raccolgo le parole in un libro e ne faccio dono al mondo. Il mondo mi dà in cambio dei soldi, la fama e il silenzio. Ma che m’importa dei soldi, che m’importa di contribuire a rendere più grande e perfetta la letteratura? L’unica cosa che m’importa è quella che non ottengo mai: l’assicurazione che le mie parole hanno toccato il cuore del mondo. Cos’è allora il mio talento se non una consolazione per la mia solitudine? Ma che consolazione spaventosa, che riesce solo a farmi vivere la solitudine con intensità cinque volte maggiore!
- Stig Dagerman, Il nostro bisogno di consolazione
Per questa settimana è tutto e ricordiamoci che, a vent’anni dal G8 di Genova, l’Italia non ha ancora codici identificativi per la polizia, e i fatti degli ultimi giorni dimostrano, ancora una volta, quanto ce ne sarebbe bisogno.