Benvenutə al centododicesimo appuntamento di Fantastico!
Non c’è bisogno di dirlo, queste sono giornate storicamente drammatiche per tutti: la Rai ha premiato Pio e Amedeo per «aver innovato il linguaggio televisivo».
Per fortuna c’è anche una bella notizia: Britney Spears è libera! Ok, ora però tocca alla Palestina.
Qualche tempo fa abbiamo avuto la fortuna di fare due chiacchiere con Marco Castello, il musicista siciliano di “Contenta tu” che ha girato il Sud America con Erlend Øye. Ecco un’anteprima di ciò che ci siamo detti.
3 domande a Marco Castello
Cosa distingue te stesso dagli altri, e che funzione attribuiresti alla tua musica, se dovessi attribuirgliene una?
Io mi sento spesso a disagio, quindi cerco altri modi e canali per interagire con le persone rispetto a quelli normali. In realtà, invece, per quanto riguarda la mia musica, serve a raccontare qualcosa, potrebbe ricordare mille altre cose, ma serve a raccontare.
Come mai hai deciso di chiamare l’album “Contenta tu”?
Tra le altre opzioni era quello che più si addiceva al contesto e all'atmosfera del disco.
Completa la frase: “quando il gatto non c’è…”
Non starnutisco. Purtroppo sono allergico, ma li amo tantissimo.
Ora per voi e solo per voi un pezzo particolare, tra flusso di coscienza e saggio breve, più che science, Pulp Fiction.
Comunicazione del rischio
Ci sono (per fortuna?) poche parole adatte a descrivere il dibattito delle scorse settimane. Una di queste mi pare sia “polarizzazione”. Se qualcuno ci avesse detto, prima del COVID-19, che saremmo giunti a usare questi toni, non gli avremmo mai creduto.
Due agguerrite fazioni si fronteggiano su giornali, televisioni e social network, ciascuna animata dalla ferrea convinzione di essere nel Vero e dunque intenzionata a non cedere di un solo millimetro rispetto alle proprie posizioni. Da un lato, si parla di “olocausto vaccinale” e si esibiscono oscene spillette a forma di stella di David con la scritta NON VACCINATO. Dall’altro, esprimere qualsiasi dubbio su misure come il Green Pass conquista in un batter d’occhio l’etichetta di no-vax impenitente.
Un gioco comunicativo al massacro, dove nessuna sciagura è sufficiente per chi osa essere altro. Si va dall’idea che senza il Green Pass si stia “chiusi in casa come sorci” alla proposta che i fattorini sputino nel cibo destinato ai non vaccinati.
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- di Emiliano Valerio Morgia
Qui a Fantastico! c’è spazio per tutti, anche per penne più navigate, basta avere un po’ di coraggio e provare a mandarci un file word.
Prova di coraggio
«Allora? Che aspetti?»
Enea deglutì, guardando i compagni. Nella luce dei lampioncini, la sua abbronzatura estiva era grigiastra. In quel momento dimostrava meno dei suoi tredici anni.
Osservò la congrega di facce, disposte a semicerchio come una platea, o un tribunale. Era amico da una vita, con quella decina di ragazzi suppergiù suoi coetanei, ma ora gli sembravano degli estranei. Deglutì di nuovo.
«Non mettermi fretta.»
«Ancora un po’ e ci entri col sole», osservò Leo, evocando risatine nervose. «Solo un cagasotto ha paura del cimitero di notte, parole tue.»
Enea avrebbe voluto tornare indietro nel tempo e mordersi la lingua, invece di dire quella frase, ma non poteva.
«Nessun problema.»
Continua il racconto.
- di Massimiliano Albicini
La mia vita non è la tua, urlo con la voce alta, urlo dalle mie fondamenta, dalla piccola me, dalle viscere umide e sento la nostra terra aprirsi, gli alberi cadere – smottamenti e tonfi – ho la faccia calda, i capelli elettrici, le gambe prudono e c’è una creatura dentro di me, furente, ignobile, che non ne può più delle misure di contenimento.
- Giulia Caminito, L'acqua del lago non è mai dolce
Per questa settimana è tutto, buon weekend! E ricordatevi che di tabaccai che rubano Gratta e Vinci per poi scappare alle Canarie ce ne sono a migliaia ogni giorno: si chiamano datori di lavoro.