Benvenutə al centoventunesimo appuntamento di Fantastico!
Io sono Johnny e arrivo nelle vostre caselle mail con barba finta e doni.
In questo periodo non ho proprio voglia di fare nulla. Saranno le festività? Sarà la sessione imminente? O sarà il nostro sistema economico a rendermi così ostile nei confronti del lavoro?
Va bene, dai, la smetto.
Ogni tanto nella redazione di Fantastico! riflettiamo riguardo le nostre critiche nei confronti del mondo del lavoro. Non è che magari sono troppo martellanti e rendiamo ostile il messaggio che vorremmo far passare?
Mentre ci interroghiamo, altrove è già stata trovata una soluzione concreta.
E ora, qualcosa di completamente diverso. O forse no.
Visto che siamo vicini all’arrivo del nuovo anno, abbiamo deciso di lasciare spazio anche a una nuova contributrice che ci parla di… indovinate un po’ cosa.
Risorse Umane
Ho lavorato per l’Azienda per tre mesi, da maggio ad agosto 2021. Ci sono arrivata come ci arrivano tutti, per disperazione e miseria, quel tipo di disperazione e miseria che può provare solamente un laureato in materie umanistiche durante la crisi sanitaria, quell’ansia di non mandare in fumo tutti i sacrifici fatti dai genitori, di non “ridursi ad accettare l’ennesimo stage” e soprattutto di non chiedere la paghetta ogni mese.
Mi sono sempre considerata una persona di sinistra mediamente informata sul mondo, e sapevo benissimo quello che si diceva sull’Azienda. I lavoratori costretti a pisciare nelle bottiglie, i palmari che ti cronometrano, i contratti da fame. Lo sapevo, eppure vedevo anche che era l’unico posto che mi offriva un contratto a tempo determinato, nella sua precarietà sicuramente meglio di quello che mi proponevano i “bravi imprenditori nostrani” che, alla mia richiesta di sicurezze, mi urlavano un “ma che contratti, qua ci vuole passione” di borissiana memoria.
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- di Sally W.
Ci siamo accorti che la newsletter di oggi rischiava di essere monotematica.
Sì, è vero, viviamo in un contesto storico in cui tutta la nostra vita deve essere dedicata al mondo del lavoro e difficilmente veniamo educati ad approcciarci ad esso con un’ottica differente. È un tema così tanto invasivo nelle nostre vite che non riusciamo a farne a meno nemmeno durante le festività, anche se ci rendiamo conto che al mondo, come direbbero i veri benaltristi, ci sono cose più importanti a cui pensare.
Che dite? Era meglio parlare di lavoro?
L’avete deciso voi.
Anche per questa settimana le comunicazioni sono terminate!
Ma prima, ricordatevi sempre che Fantastico! #6 è in rapidissimo arrivo verso le vostre caselle postali.
Potete acquistare il nuovo numero della rivista
È incredibile cosa si riesce a fare di questi tempi, vero? Vero.
Beh tantissimi auguri, a te e a chi ti ha generato per pressione sociale.
Fantastico! torna nel 2022. E dai dai dai.