Benvenutə al centoventitreesimo appuntamento di Fantastico!
Io sono Johnny e ho una botta da terza dose non indifferente. Sono due giorni che provo un po’ di nausea e vorrei trovare una soluzione istantanea per poter stare meglio.
Io sono Gabriele (subentro a Johnny perché la terza dose gli è salita troppo) e ho una botta da capitalismo non indifferente. Sono trent’anni che provo un po’ di nausea e vorrei trovare una soluzione istantanea per poter stare meglio.
Purtroppo, però, non è sempre così immediato come in un gioco della PlayStation, che poi… immediato, avete mai giocato a Dark Souls?
Il nostro senso di responsabilità è ciò che ci permetterà - si spera - di tornare alla normalità prima o poi. Qualche settimana fa sono andato in un bar a Milano per provare a ricordare come fosse questa tanto perduta libertà che agogniamo. Spoiler: me la ricordavo migliore.
Caffè Buono 1€
Esco di casa.
Nonostante le mie esigue finanze potrebbero suggerirmi di non effettuare un investimento di questo genere, cerco un posto in cui fare colazione.
Mi fermo davanti a un bar con un cartello che recita “Caffè buono 1€”.
Mi torna in mente un mio docente di recitazione della Paolo Grassi che insisteva sull’importanza del non girare intorno alle cose, cercando modi arzigogolati per veicolare dei contenuti, ma di andare dritto al fulcro dei concetti. Diceva proprio “Nun devi sta’ qua a fatte le pippe sulle narrazioni, devi anna’ dritto”.
Rileggo il cartello, il messaggio mi pare abbastanza dritto e decido di entrare.
Il bar è grande più o meno quanto il ripostiglio di camera mia e a malapena riesce a contenere me e il barista, un napoletano vecchissimo che fatica a reggersi in piedi e deve continuamente appoggiarsi al bancone per spostarsi in quel metro quadrato in cui è inscatolato. L’interno è tappezzato di oggetti di cui non riesco a capire l’utilità e il gusto e che mi sembrano disposti abbastanza a caso: un calendario della polizia, un orologio indicante il fuso orario di New York, una caricatura di Totò, una statuetta dorata di Buddha.
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- di Johnny Shock
“La scuola in presenza è salva” seeeeeeeeeee. Ma salva come, dove, quando? Qualche giorno fa il Liceo Manzoni di Milano è stato occupato, un’occupazione durata una settimana svolta in piena sicurezza anti–contagio: gli studenti chiedono più sostegno psicologico e una scuola riformata dopo l’esperienza della didattica a distanza. Come un Valerio Staffelli qualunque, ho fatto alcune domande a Dario Del Prete, studente in IV G al Liceo e rappresentante d'istituto del Collettivo Politico Manzoni, organo studentesco autonomo dalla scuola e fortemente schierato politicamente, che propone a chiunque voglia di poter avere voce in capitolo e di poter essere ascoltato.
Tre domande · Dario Del Prete
Ciao Dario, scuola e politica sembrano viaggiare sempre per vie diverse, quando invece dovrebbero intrecciarsi e confrontarsi per arricchirsi a vicenda. Da una parte c’è la politica lontana dalle generazioni più giovani e dai loro bisogni, dall’altro c’è una generazione che prendendo atto di questo, se ne disinteressa in modo quasi disilluso. Tu, il tuo collettivo e, in generale, il tuo liceo, sembrate voler rompere questo discorso. In che modo lo fate e quali sono le vostre motivazioni?
La politica e la scuola devono andare necessariamente a braccetto, se la scuola è il posto in cui ci forniamo e diventiamo cittadini e cittadine è indispensabile ricevere anche un’educazione in questo senso. Come Collettivo Politico Manzoni da decine di anni cerchiamo di colmare le lacune che il sistema scolastico italiano crea, portando coscienza e controinformazione agli studenti e alle studentesse, in questa settimana abbiamo occupato la nostra scuola proprio per questo, facendo politica attiva e discutendo di temi che normalmente non sono trattati. Abbiamo fatto questa azione per denunciare la condizione della scuola e soprattutto di studenti e studentesse, dopo due anni di non-scuola e trenta di tagli e svalutazione della scuola pubblica, diventata sempre più simile a un’azienda con interesse unicamente nelle valutazioni e nei dati invece che un’attenzione nei nostri confronti.
Leggi tutta l’intervista.
A proposito di scuola, avete sentito che i rampolli della Bocconi avranno un UniSbirro che si assicurerà che tornino a casa in sicurezza dopo le lezioni?
Si sa, Milano può essere pericolosa e, come in ogni grande città universitaria, bisogna prendere delle misure di prevenzione.
La cosa più strana, però, è che in certi casi basta davvero poco per neutralizzare l’effetto di chi dovrebbe garantire la tua sicurezza.
Torniamo seri, che qui è un attimo distrarsi: una delle nostre autrici preferite, che potete trovare anche nel nuovo numero della rivista, appare nella nostra casella mail ed è sempre una grande emozione.
Dietro un qualsiasi Adelphi
Mira legge un libro che non le piace, ma lo tiene fisso avanti a sé per i lati della sopraccoperta, teso.
Una bandiera obbligata, pulita e senza strappi, non molto famosa.
Man mano che procede, si rende conto che le sue pagine sono incomprensibili, incapaci di arrivare a un qualsiasi confine, approdo - pure un bivio le andrebbe bene, ci sarebbe allora da rifletterci su.
E invece sono solo verbi e parole e virgole sceme, cornicette del secondo dopoguerra scribacchiate da qualcuno di pensoso.
Chissà perché quando siamo pensosi ci prenda questa smania di muovere le mani velocemente e chissà come abbiamo imparato a farlo stringendo un oggetto che ci permette l’umana espressione.
Se fossero simpatici i nostri preferiti del pantheon o se invece il nostro migliore amico sarebbe stato quello là che ti fanno studiare a scuola ma tu non ne capisci il valore dopo tutti questi anni.
Leggi tutto il racconto!
- di Valentina F.
Direi che abbiamo detto e scritto abbastanza per questa settimana; state pronti che, tra le elezioni Quirinale e Sanremo, sono in arrivo giorni di fuoco. Concedetemi un po’ di paura.
Berlusconi al Colle e Draghi premier, coppia da sogno come Messi-Ronaldo.
- Antonio Razzi
Buon weekend!
Fantastico! è anche su Instagram e Facebook, ma non diventeremo degli influencer, potete giurarci.
Per chi ha pazienza e coraggio c’è anche l’email a cui proporsi per partecipare a questa avventura: fantasticopuntoesclamativo@gmail.com.
Accettiamo prosa, poesia, immaginazioni scatenate ma ad una sola condizione: non meno di 1500 caratteri.