Benvenuti al settantaquattresimo appuntamento di Fantastico!
Io sono Sara e ho già preparato il pranzo. Ultimamente a Fantastico! tira aria di cambiamento, infatti questa settimana inauguriamo una nuova maniera di compilare la newsletter. A partire da oggi ogni numero sarà più vario e dinamico, perché alla parte di lettura abbineremo articoli, rubriche, video, consigli musicali e letterari, e chi più ne ha, più ne metta.
Ma prima di aprire un nuovo sentiero, percorriamo per un attimo quello già battuto:
Alberto Politi ci invita a un pranzo di famiglia e, ora della frutta, abbiamo scoperto che per quanto ci si possa allontanare dalle proprie radici, certe cose rimarranno sempre al proprio posto: l’amore se si è fortunati, la tradizione e, a volte, i fichi d’india.
Martina Ruffoni cerca di mettere a buon uso i suoi versi per riuscire a girare pagina dopo aver trovato il perfetto comeback ad anni di distanza, quando, nonostante il corso naturale delle cose rimane un po’ di amaro in bocca.
Rebecca sta veleggiando un po’ dentro di sé, e malgrado un po’ di mare mosso, il vento soffia a suo favore.
Negli ultimi giorni si sta tornando a parlare di Covid. Ci sono proteste, negazionisti, tante opinioni, telefonate. Tra tutta la fermentazione mediatica, I Wu Ming sono tra i pochi per i quali vale prendersi dieci minuti e leggere quel che han da dirci.
“È lo stesso diversivo usato per il problema climatico: dev’essere la tua condotta personale a risolvere il problema, e non già quella del potere politico-economico che potrebbe imprimere svolte vere. Recitare il Mea culpa sull’altare del capitale è il destino grottesco al quale si vorrebbe che ci rassegnassimo.”
Ho copiato parte di quest’intervista a Enzo Mari su un foglio bianco che ho appeso sul frigorifero, insieme a un monologo di Follie di Brooklyn. Con inchiostro nero ho scritto: “Cambiare le cose è quasi impossibile, […] ma non credo che la gente sia stupida, la gente semplice capisce.”, e in maiuscolo, a capo, ho aggiunto uno degli ultimi fotogrammi, che riporta “non devo parlare inutilmente” nella calligrafia di Mari su una lavagna. Uno dei consigli migliori che mi sono stati passati.
Il designer Enzo Mari muore pochi giorni fa, il 19 ottobre. In questa intervista del 2012, scende in campo contro il formalismo perché gli abbellimenti sono inutili all’essenza. Ritiene che lo scopo primario del design sia quello di essere funzionale e accessibile, ma che debba anche apportare conoscenza. Fa leva sull’autenticità della forma e dei contenuti, affermando che:
“La forma della natura è sempre perfetta, nel senso che non può essere che così. Ad esempio la forma di una mano, che può essere di una mano di un bambino, di un vecchio, di un pianista […] è sempre perfetta perché corrisponde a tutti i movimenti che deve fare la mano, alla muscolatura, agli sforzi che uno avrà fatto con le mani o meno, dipende dai lavori che fanno le persone. Non si può dire che una mano sia brutta o bella, la mano è sempre giusta.”
La vita è una merda, ma tanto vale riderci su, con qualche meme dalla selezione personale della redazione.
Mentre sbrogliate il rebus, vi ricordiamo che Fantastico! è sbarcato anche sulla scena radiofonica con un programma per Radio Città Fujiko. Se vi siete persi le prime due puntate, potete recuperare i podcast del programma, solo chiacchiere senza musica su Spotify, oppure ascoltare la puntata completa su Spreaker.
Questa settimana abbiamo inaugurato Fantastico! live al Politecnico di Milano e al Magazzino sul Po di Torino. Grazie ai tanti che sono passati a trovarci! Contiamo di farne ancora molti altri, è un’avventura che non promettiamo breve. Per chi se li fosse persi, trovate tutto sulle nostre pagine social.
Il sabato è senza dubbio il mio giorno preferito della settimana: la doccia appena svegli, il mercato sotto casa, l’odore dell’arrosto di nonna, i panni stesi, il gatto prende il sole sul balcone. Spero che anche voi vi dedichiate un po’ di attenzioni e vi concediate un po’ di meritato riposo. Evitate la depressione domenicale con Fantastico!, vi teniamo compagnia.
Chiedo scusa alla favola antica,
se non mi piace l’avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende, regala— Alla Formica, Gianni Rodari
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Nel frattempo: ehi, buon weekend!
Per chi ha pazienza e coraggio c’è anche l’email a cui proporsi per partecipare a questa avventura: fantasticopuntoesclamativo@gmail.com. Accettiamo prosa, poesia, immaginazioni scatenate ma ad una sola condizione: non meno di 1500 caratteri.