So fija della generazione
dell’insicurezza che va de fretta,
pure lei.
L’ansia è sorella delle bugie
Dette a sguardi spenti
E unghie mozzicate,
che poi magari ingannano
ma non ce credono manco loro.
L’altro giorno stavo per strada
Che se sa, è un po’ la vetrina de sta vita
E mi è sembrato di vedere tante braccia ciondolanti
E ancora più strano
C’avevano tutti la bocca enorme
E le orecchie piccole piccole, quasi inesistenti
Mi so chiesta a che serve avecce una bocca così se non puoi sentì niente.
L’altro giorno ho visto l’altro
Me so un po’ spaventata
Era troppo uguale a me.
Che poi io chi sono
Mica lo so
e vorrei che me lo dicesse qualcuno
invece er silenzio
solo la voce mia insostenibile
e allora come un pesce
mi butto nella rete tesa
almeno così so dove sto andando.
Quando me metto a guardà il Cielo
Penso che nessuno è Atlante
E che semmai è a noi che serve qualcuno a sostenecce
La cazzata de esse titani e non volerla
La cura
Lasciamola alla mitologia.
Non mi so spiegà,
Perché sto mondo complesso lo riempiamo di nero e bianco
Se l’occhio nostro, pure fosse uno sbajo,
Ci fa vedè tutti i colori.
Stamattina mi sentivo schiacciata dentro al letto
Ho fatto ‘n sogno dove nun c’avevo forma
Diventavo come chi mi passava davanti
Il doppione de una figurina
Allora mi sono arrabbiata, mi so fatta tutta rossa
E i miei contorni erano irregolari
Me sentivo più soddisfatta
Però La Grande Sorella Società me guardava strano
quindi me so vergognata
e alla fine ero solo un grumo di polvere
Nudo.
Ho conosciuto un bimbo
Lui aveva pianto per la prima volta una settimana fa
Io non ricordo l’ultima
J’avrei voluto stringe la mano ma era piccina come le cose preziose
In tre respiri dormiva sulla spalla de sua mamma
Come fosse nel posto più sicuro del mondo;
aho quella sera il sorriso stampato sulla faccia mia
non era d’inchiostro simpatico.
Lo sai tu qual è il bello del mare?
Pure se ne vedi solo un pezzo sai che continua.
So fija di una generazione di pezzi
Ma so che può essere mare.