I balli di gruppo
Greta Thunberg ci sta dando dentro.
Mara Carfagna.
Qualcuno di Uomini e Donne.
Gente che fa l’atleta di mestiere.
Uno che fa il receptionist in un albergo di Casale Monferrato.
Cert’uni che non lavorano il pomeriggio.
Una ragazza francese in erasmus, capitata per sbaglio in un negozio di antiquariato.
Il riquadro in alto a sinistra dice delle cose incomprensibili. Me lo avvicino. Niente da fare.
Altri che ci danno dentro: Barbara D’Urso ci sta dando dentro come se dovesse crepare domani.
M’immagino come possano morire i famosi, Barbara D’Urso appunto, in una scala di giustezza, morirebbe a bordo di una Lamborghini mentre pippa dalla punta dell’uccello di un tizio nell’autodromo di Monza. Scalata quarta, terza, seconda su di giri, e poi affondare m’è dolce in questi non lo so: trecento cavalli? E Barbara D’Urso blorblorblorb.
Ha sempre avuto a cuore la questione LGBTQI+, ma adesso vicino al cuore ha la punta del cazzo. Un bel epitaffio.
Il riquadro in alto a sinistra continua a parlare una lingua bellissima, come Battiato Franco che -in una lista di gente che parla lingue bellissime- si permette comodamente di stare parecchio nelle prime posizioni. Anche perché ho comprato un libro intitolato Battiato on the beach che non ho ancora letto, mi rincuora averlo nella libreria. È fondamentale custodire la passione per Battiato Franco per poi esplodere in entusiastici CHE DISCO.
Il riquadro in alto a sinistra si sposta un po’, descrivendo una traiettoria che in alcuni angoli del mondo definirebbero come un segnale divino. Mi concentro e lo allontano, anzi mi allontano, faccio passi indietro a sufficienza per avere una visione completa anche dell’intorno. La cosa funziona per metà mentre l’altra metà così così. Mi dico che comunque va bene, ci capisco già di più. Il riquadro si sposta e dice cose importanti. Annuisco cercando consenso attorno ma trovo soltanto Matteo Salvini travestito da Tenerone seduto nell’angolo del mio divano e ehi qualcuno qui se ne sta approfittando.
Matteo non puoi fare così, mi dai fastidio, rivestiti normale, non mi sembra il caso tu venga a farmi visita in casa nella versione restaurata dalla cineteca di quartiere di Inland Empire, con quella faccia. Matteo ho capito tutto, Matteo spostati adesso, Matteo facciamoci un caffè, una passeggiata, Matteo tu devi capire come stare al mondo perché così fidati, guarda. Guarda Matteo, lo dice anche il maestro Battiato Franco che tu devi lasciar perdere le malinconie, le vecchie consuetudini, l’approccio barbaro.
Matteo te devi scopare, devi andare a figa, devi smettere di vivere così. Matteo vatti a divertire perché è importante.
Strada provinciale centosessanta, in lontananza un pezzetto di mare e la percezione chiarissima come questa luna che ti riflette negli occhi, Barbara, che laggiù ci sia chi sta scopando e sbadigliando nello stesso momento e noi qui a chiederci ma come mai, a porci grandi quesiti, a riempirci la testa per l’ennesima volta di tutte queste chiacchiere. Io lo so che te ne approfitti, te ne approfitti delle persone per il tuo tornaconto, per questo spirito da suora, da Madre Teresa di Calcutta che è tutto un trapana e succhia, perché vuoi le ricette infallibili, l’incompiuto ironico, la naivité fino alle ginocchia. Barbara, guardami negli occhi perché questa volta non si va più avanti.
Fa male anche a me.
Rimaniamo d’accordo.