Per come si verifica e autoconduce nel mio corpo, il decorso tipo di un generico mal di gola è sintetizzabile con quanto segue: Il Giorno Prima sono colto da una lieve sensazione di mal di male accompagnato da un subdolo e sospetto solleticamento della faringe, a cui segue un trattamento preventivo a base di gargarismi al limone e decotto stracotto di zenzero blandamente mescolati in tiepida acqua corrente scomposta tramite elettrolisi, quindi seduta di cartomanzia-spiritica amatoriale per cercare di sondare ciò che ineluttabilmente già so, ovverosia quel che mi riserva l’immediato futuro medicale: è lì che mi attende al varco e non ci sta via d’uscita.
Giorno Primo (da non confondersi con Il Giorno Prima): mi sveglio e la prima cosa che fo è cercare su Google - con un occhio aperto e l’altro un-terzo aperto/due-terzi spalmati avidamente sulla morbidessen del cuscino ancora pregno del prezioso calore della notte - se siamo stati sostituiti dalle macchine; niente da fare, ancora no, anche oggi mi tocca andare in ufficio. Tutto questo ancor prima di disegnare il primo respiro della giornata per tosto realizzare che nella notte è cresciuto un demone nella mia garganta, epperò sono ancora abile ed arruolabile - o almeno così suggerisce e impone la coscienza collettiva intessuta di Senso Di Colpa di stampo post-luddista-pre-durante-e-fra-un-po’-dopo-universal-health-care -, dunque costretto a trascinarmi con fatica immane nell’angusto abitacolo della mia sgarruppata Lancia Y del 2000, pronto a dare una manona al capitalismo e a contribuire fattivamente alla Fine Del Mondo con i miei 60 cavalli sotto il culo spargendo per l’aere polveri sottili sottili come una fetta di sopressa taja’ con la menàra. Il dolore comincia ad espandersi all’epiglottide e a farsi sovrano in terra propria, respingendo con forza e fermezza qualsiasi incursione da parte di estranei, siano essi pastiglie Gabigol, altri infusi balsamico-erbacei-oppiacei addolciti con miele di miele e zucchero di prosciutto di Mario Brega, caramelle allo zenzero cruelty-free sugar-free work-free zenzero-free e altre delicatessen assortite che dovrebbero avere potere calmante disinfettante disinfestante dirompente e in sintesi dilaniante - secondo quanto indicato nella quarta di copertina. Il cavo orofaringeo, sovrano e ancora legato al suo passato indipendentist-secessionista, dice di no. Resisto, ma so che sto venendo spinto sull’orlo del baratro.
Il Terzo Giorno (che poi sarebbe Il Giorno Prima+due), contrariamente a quanto riportato nelle sacre scritture, scendo negli inferi. La notte è devastante: sogno ciclicamente Fratelli d’Italia al 100% alle prossime politiche (datidichiccomentanapuntoit), poi mi risveglio tutto sudato dal sogno e tiro un sospiro di sollievo, mi alzo a fatica, irrequieto e sospettoso, dirigendomi verso la tv, quindi accendo La7 e Chicco Mentana mi conferma che Fratelli d’Italia ha vinto le elezioni con il 100% dei voti a favore - e via così per altri quattro-cinque layer di sogno, dal quale alla fine mi risveglio (perdavvéro) comunque sudato e ansimante, e in più con un trapano che mi trapassa la gola e mi fa deglutire con grande fatica.
Sopraggiunge un lieve stato febbrile, quindi mi è concesso dal codice d’onore non-scritto di stare a casa a riposo. Riposo e guardo vecchie puntate de I Fatti Vostri, spiaggiato sul divano mentre il gatto fa le fusa acciambellato sulle mie gambe rimirando con concentrazione felina, sebbene ormai quasi abbandonato al sonno, il volo della cornacchia grigia che sta sul grande pioppo secolare fuori dalla finestra, dall’altra parte della strada; pare malinconico e meditabondo, ma in realtà sta solo riflettendo su Magalli, sta solo pensando che all’epoca non sembrava ancora un figlio di puttana: era solo un’anonima pedina del grande scacchiere televisivo, uno un po’ sfigato che si presentava in trasmissione e intratteneva le signore di mezza età senza troppi arabeschi e ghirigori, con senso del dovere da impiegato di lungo corso, senza il guizzo della passione, del sentimiento nuevo, solo con un profondo ed immotivato zelo. Poi tutto è precipitato, vai a sapere.
Il Quarto Ed Ultimo Giorno sto tutto sommato meglio.
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