Ironia
Non mi hai mai citato Frost
forse nemmeno lo conosci.
Non ti ho mai sentito declamare Shakespeare ad alta voce
del resto non potrei farlo neanche io.
Non sei uno da Classici.
Comunque
Se dovessi chiederti qualche passaggio
preso da Bolano sapresti solo pronunciare
qualche frase balbettata o riformuleresti
un concetto sentito in qualche recensione su YouTube.
Per non parlare del nome di qualche autrice.
Non sapresti nominarne una sola.
Casseresti la discussione
con un commento ironico sulla vita di uno scrittore morto.
Non mi lasceresti nulla e io non ti chiederei altro
abbozzerei un sorriso e abbasserei lo sguardo, complice.
Perché se non conformi alle parole altrui
mai pronunciate
solo scritte o
intercalate da una battuta
Non sapremmo parlare di libri.
Potremmo scriverci sopra un saggio, chiaro
è già stato fatto
si farà ancora.
Ma tutto si perderebbe in un commento
apprezzato con un tocco distratto.
È l’ironia che spiana il senso delle parole.
Con l’ironia ergiamo muri per nascondere
la nostra ignoranza
L’ironia che stucca e livella
le crepe della fragile.
È l’ironia che copre i momenti
in cui, scollati, percepiamo il singolare.
Potrei decidere allora di cambiare argomento
e vedere come ce la caveremmo entrambi.
Ti chiederei della situazione politica in Gran Bretagna,
delle tue opinioni a riguardo.
Ma al cedimento dei tuoi occhi,
al terrorizzato tremolio delle pupille,
riconoscerei la nostra
reciproca inconsistenza:
Quella di non conoscere nulla a fondo.