Lepanto, Roma
Come è moderno il paese, come corre
come corrono i vagoni, le auto, l’elettricità
delle insegne luminose, davvero moltissime
che a ben guardarle non puoi contarle,
ti si asciugano gli occhi anche se piove.
In questo grigio e marrone metrò
che grande novecento è stato
come ricordo hanno lasciato solo le stesse nuvole
ora emesse dalla grande torre a punta
della grande banca e del grande piano
di riconversione urbana.
E allora ciao industria pesante, addio
per fortuna te ne vai.
E allora ciao industria mediana, addio
per fortuna te ne vai.
E allora ciao industria leggera, così così
che comunque non ti avevamo capito
lasciando in eredità -che bella eredità-
il mito del lavoro e della giornata piena
l’orrore delle ore vuote un po’ più vuote
sostituito tutto, scomparso, altro giro:
la grandeur asiatica
il conciarsi all’araba.
E ciao anche a voi, grandi capitani
di quest’impresa sciagurata
affondate per la nostra gioia.
Ciao secolo non poi così tanto breve
e ciao pure a te Milano
ma con calma, figurarsi.
Almeno 65 minuti di ritardo.