Lista malinconica per dormire vestiti
Sei il libro lasciato per sempre a metà solo perché non ti ha chiesto di far parte della storia.
Sei l’ultima foglia di un albero che non è caduta solo perché è rimasta incastrata tra i rami.
Scusa ma che stai facendo?
Sei i fili intrecciati delle cuffie che ti chiedono di essere sciolti ma poi si ribellano nelle tue tasche.
Sei il primo treno del mattino preso dopo aver dormito in stazione.
No dai stai sul serio facendo una lista?
Sei il tuo film preferito non visto solo per la cattiva traduzione italiana del titolo.
Una lista di metafore per giunta.
Sei la pioggia che si sente ma si vede solo in contrasto con la luce.
Tra l’altro questa l’hai riciclata dì la verità.
Sei il traguardo non festeggiato perché non sopporti la fine delle cose.
Sei il percorso non vissuto perché non vedi l’ora che finiscano le cose.
A proposito, perché invece non parli della fine del tirocinio?
Sei il telefono che squilla alle 2 di notte
Sei gli auguri di Natale della Vodafone.
Sei il brufolo al primo appuntamento.
Sei il matrimonio della tua prima cotta.
Parla delle sardine in piazza dai, o dei provini ascoltati mentre torni a casa la sera tra le strade di Bologna.
Sei una citazione degli Afterhours.
Sei il colloquio con la camicia sgualcita.
Sei l’attrazione per il balcone la domenica pomeriggio.
Sei i pensieri dello sconosciuto seduto vicino a te in metro.
O puoi parlare di quella ragazza lì, come si chiama, hai capito dai. O se non te la senti puoi descrivere quanto sia bello pisciare in bilico sugli scogli guardando la Luna che si riflette sul mare. No questa è impossibile ok, bisogna viverlo per capire. Oh comunque gli spunti te li sto dando.
Sei il bacio evitato, le urla al mercato, il giocattolo abbandonato, il prato irrigato, il pallone bucato, il dolore provato, il ricordo bloccato.
Ti sei dato pure alle rime adesso. Ok mi arrendo.
Sei la sabbia nelle mutande, il sangue sulle labbra, il nodo al dito, la ciglia nell’occhio, la rucola tra i denti, l’impronta nel cemento, la ragnatela sul soffitto.
Sei l’amico trasferito, il paese vissuto da bambino, la città rivissuta da adulto, la briciola tra le lettere, la pagina riempita di scarabocchi e la penna riempita di morsi.
Sei l’amore impreparato che tutti hanno notato.
Sei l’amore ormai pronto ma mai sbocciato.
Sei il sognare di perdere e lo svegliarsi avendo perso.
Sei il sentirti piccola pensando all’universo.
Minchia mi sembri un incrocio tra Tyler Durden e Ultimo.
Sei il pezzo per Fantastico.