Mal comune Pippo Baudo
Questa settimana non sono mica stato tanto bene. Lo dico perché quando non stai bene poi ti viene da dire “abbastanza bene”, se te lo chiedono. Io invece vorrei dire che non sono mica stato tanto bene. Fisicamente intendo però, pure di testa, non è che. Ho comprato la PlayStation qualche mese fa, una roba dissennata e imprevedibile per coronare un’altra cosa che non avevo mai avuto prima: un divano. Mai avuto un divano prima di abitare in questa casa. Allora ho comprato la PlayStation pensando di giocarci seduto sul divano e la bottiglia d’acqua affianco, perché gli alcolici in casa non li tengo dal 2009, invece ho scoperto che i videogiochi di adesso richiedono un impegno parecchio più frenetico di quel che ricordavo e il divano in relazione alla misura della tv è troppo lontano. Allora ho comprato anche un videogioco dove non succede nulla e puoi startene pure un po’ distratto: praticamente sei un esploratore spaziale e devi esplorare questi posti disabitati e ci metti un sacco di tempo perché tra una sfiga e l’altra, sai come funzionano queste cose nello spazio. Non sto a spiegarlo.
Si intitola No Man’s Sky e lo odio.
Io quando leggo dei titoli belli penso che mi stanno facendo un torto: io lo volevo chiamare così quel libro che non scriverò mai! E il film! E pure l’adattamento a teatro con Nicola! Non ci gioco mai.
Quindi non sono stavo mica tanto bene, ho avuto una giornata con un po’ di febbre e di vomito proprio mentre andavo su e giù da Roma a Milano per far delle cose con quegli altri e lo sapevo da subito che sarebbe stata una giornata complicata. Io non è che mi svegli alle cinque tutti i giorni però quando lavoravo in fabbrica alle sei e quindici mi alzavo, facevo colazione, mi lavavo ed uscivo alle sette. Per qualche anno mi sono raccomandato a questa routine. In giro, la mattina presto verso le sei, trovi certuni che si vede che non sono abituati a stare in giro a quell’ora. Sono vestiti come fossero in Alaska, invece è solo buio e c’è odore di caffè. Ho pensato. Poi ho preso la metro, il treno, la metro, sono stato fermo, ho ripreso la metro, il treno, la metro ma mi sono addormentato così quando mi sono risvegliato ho pensato fosse tardi e mi sono buttato fuori alla fermata dove eravamo, invece era solo quella prima e senza odore di caffè.
Io quando non sto bene e poi sto bene penso sempre che non sto ancora bene, che devo tutelarmi e volermi bene, mangiare sano, non bere, riposarmi. Quindi quando non sto bene poi finisco che me lo porto dentro anche se poi non ho niente. Come un appunto sull’agenda: ricordati di volerti bene. Però sono fortunato e godo di buona salute quindi questo appunto non serve a molto, a ripensarci.
Questa settimana non sono stato mica tanto bene.