- Dove andrai?
- Tra oceano e disordine.
- Mah, sembra un titolo della Allende.
C’è un’ora precisa, tardi nella notte e presto nel mattino, che mi ricorda te. Fuori dalla finestra, i merli azzardano il primo canto, mentre il sole ancora non si vede. Mi perdo nelle mie malinconie solitarie, finché la sigaretta finita non mi scotta le dita. La schiaccio nel posacenere e bevo l’ultimo sorso di rum venezuelano. L’avocado è maturo, tra due giorni sarà marcio senza che nessuno sia riuscito a gustarlo nel suo miglior momento.
Sembra passata un’eternità dagli anni in cui eravamo pieni di entusiasmo per le lotte, quando tutto passava attraverso ideali romantici e retorica da corteo. Adesso guardaci, così scettici, così severi. Vecchi tromboni disillusi. Dieci anni fa tornavo a casa a quest’ora, dopo aver ballato tutta la notte e bevuto liquori scadenti in capannoni occupati. Oggi mi interrogo su tutto, ma forse anche la nostra idea di serenità si è fatta adulta nel frattempo.
Tra i manifesti delle mujeres zapatiste, il tuo ritratto ha un cactus fiorito al posto della testa. Ho cambiato disco, il ritmo cubano mi rallenta i battiti cardiaci e aumenta la lunghezza dei respiri. Dos gardenias para ti / que tendrán todo el calor de un beso.
Ecco, ho di nuovo la nausea.
Non me ne frega niente sai,
di quella leggenda orientale
delle anime legate da un filo rosso
che si può annodare allungare
e tutto il resto fino a rendere
indissolubile un legame.
Amore mio, quelle sono
solo stronzate per sognatori.
Vai dove vuoi. Se esiste un destino
che faccia quello che deve
io continuerò a polemizzare da qui.
02:47, il volo parte tra poche ore. Studio i movimenti prima di alzarmi dalla scrivania. Sofia mi ha chiesto di portare fuori il cane. Devo trovare un maglione, si gela, ma non ho voglia di aprire la valigia. Il cane mi fissa. Ricomincio. Maglione, giacca, cane, dormo poco, Messico. Mi muovo nella confusione, scavalco le valigie e afferro il guinzaglio. In strada c’è un silenzio glaciale, si sente solo il suono del camion dei rifiuti e lo scroscio dei vetri rovesciati. Mi restano meno di cinque ore di sonno. Devo risalire. Che pretesa violenta è il tempo: è quasi sempre troppo presto, o troppo tardi.
Torno. Tornerai?