Mi secca scrivere.
Metadescrittivamente.
Giocare col tuo calzino fino a sentirne l’odore, il tuo. Il Tuo.
Fino a sentirti qui.
Sniffarlo fino a stare male.
Sniffarlo fino a stare bene.
No, bene, no.
Sicuro no.
Diplopia già si avvicina mescolandosi con una forte adrenalina.
Non so: è la diplopia che scambio per adrenalina o viceversa? Chissà. Non si possono scambiare le emozioni, ma in questo caso sì. In questo caos sì. Che bella la parola diplopia.
Che buono il sapore del Xxxxxx. Sicuro più buono dello Xxxxx, non sono sicura che sia più buono del Xxxxxxx. Fatto sta che sicuro non è tanto buono come te. Mai. Quello mai. Tu sei una bontà: qualsiasi liquido tuo mi piace.
Jkffjkfdjkfirjdrjkfjfvnvnmcndmkldslmsdl,awòledklrfjkfkgbnbvn: e trasformo il computer in un pianoforte e suono per te, perché.
Questo più o meno è quello che sento. Dentro, e anche fuori, effettivamente. Trasformalo in melodia, una melodia dissonante. Armonìa o cluster.
Mi viene da vomitare e sento una nausea inesplicabile. Voglio vomitare. Voglio morire. No, voglio vivere, sicuramente voglio vivere. Voglio te, voglio vomitare con te. Se proprio devo farlo. Ma non voglio vomitare, non vomiterò.
Ho sonno ma non voglio dormire. Quante cose che faccio e che non vorrei fare, però tutte quelle che faccio con te le vorrei fare e le voglio fare e le rifarei, toujours et tous les jours.
Ma sono le 23.19 e quindi mi sa che devo smettere di scrivere, a meno che io non voglia viaggiare nel futuro, che un po’ lo sto già facendo, sognando.
Ciao, il mio inconscio (o forse dovrei dire subconscio) sono io.
Ciao.
Vedo due lancette: una segna i minuti e una le ore. L’altra, quella che segna i secondi, invece si è trasformata. Non ne vedo una, ma tre. La mia idea è che io vivo e percepisco lo spazio-tempo ogni tre secondi. Nel senso che vivo tre secondi come fosse uno solo. Non so se mi sono spiegata. In caso ci riprovo. In teoria il mio orologio è uguale al vostro, solo che nel momento in cui segna tre secondi tic tic tic, io vivo un solo secondo. La dimensione spazio-temporale sembra quasi come essersi diluita e la cosa mi piace. Mi ispira particolarmente. Se sto vivendo in questa dimensione significa che io non sto vivendo in un’altra. E allora mi domando se alla fine io esisto.
Voglio essere sincera e in questo momento la mia libidine è spenta, però mi farei comunque strascopare da te perché ci sarà sicuramente un motivo che non trovo.
I miei bulbi oculari si muovono lentamente, un po’ è quindi anche la mia visuale ad essere compromessa. Per questo vedo doppio. Ho una visione distorta.
Mi manca maledettamente la mia unica ragione di vita.
Mi manca vertiginosamente la mia unica meta e l’unico motivo per cui non voglio morire.
Mi manchi tu immensamente, tu che sei tutto l’amore che in questo momento riesco a provare.
Ed io sono onorata ad avere un motivo per vivere, uno per non morire e uno per amare.
Memoria a brevissimo termine del tipo che non ricordavo più cosa avessi scritto. Di voi tre, però, non mi scorderei mai, neanche per un solo istante.
Sono abbastanza dissociata, nel senso che sento di poter dissociare un parte di me e che lei possa guardare dall’esterno ciò che succede. Credo che lei potrebbe anche guardarmi dall’esterno per dirmi cosa succede.
Sto entrando in paranoia, stavolta non la leggerai. Mi induco in un sonno profondissimo e stavolta a svegliarmi non sarai tu e comunque non troverò te al mio risveglio e questa cosa mi inibisce totalmente.
Niente, nessuno, mai. Potrà mai portarmi via da voi. Da Voi. Potrà mai portarmi via, voi.
Per lei, sarei disposta a morire, per te ad uccidere e per lui a sparire.
Sono i tre atti che non farei mai nella vita (per chi mi conosce). Quindi nessuno.
Sono i tre atti che scriverei anche domani, ma mi scoccia. Quindi non li scriverò mai.