Paride
È iniziato tutto dal nome: Paride. Un nome da eroe, un nome da mito, di uno che combatte guerre, salva vite o, più in generale, il nome di una persona che viene considerata come un punto di riferimento dalla comunità di cui fa parte. Uno che deve fare delle cose importanti, insomma. Nello specifico, secondo i suoi genitori, mandare avanti l’azienda di famiglia e fatturare una marea di soldi. Invece, oggi, se qualcuno lo incontrasse, direbbe di sicuro che Paride è la classica persona che dà torto a tutti solo per il gusto di farlo. Paride non è né di destra né di sinistra e riesce a trovare le fragilità di entrambe le posizioni, facendole notare sempre con grande puntigliosità ed arroganza al suo interlocutore. Paride, se guarda i mondiali in televisione, tifa contro l’Italia. Non perché abbia delle preferenze per le altre nazionali, ma perché dice che è una squadra pessima, anche se in generale non segue il calcio perché “è uno sport da coglioni”. A dire il vero, non guarda nemmeno tanto la televisione perché dice che ci rincitrullisce.
Se qualcuno in ufficio si osa a dirgli “Buongiorno”, gli risponde a denti stretti “Buongiorno un cazzo”.
Una volta aveva anche degli amici. Uscivano sempre allo stesso pub al sabato sera e, quando qualcuno di loro raccontava cosa aveva concluso a lavoro durante la giornata, lui attaccava subito “Ma cosa vuoi aver fatto te che non capisci un cazzo”.
Eppure che da giovane non era così aggressivo. Non era particolarmente bravo negli sport e non era particolarmente estroverso con le ragazze. Con loro non riusciva nemmeno ad approcciarsi, diventava tutto rosso, gli si impastava la lingua e componeva delle frasi senza senso. Diverso da ora, sì, anche abbastanza simpatico, ma un disastro, in modo particolare nello studio. Al terzo anno fuori corso, dopo l’accettazione che non si sarebbe mai laureato, si è visto togliere anche la possibilità di mandare avanti l’azienda di famiglia. La famiglia di Paride, da generazioni ha una grande azienda con diverse sedi in tutto il Nord Italia. Da sempre, la conduzione viene trasmessa dal padre al figlio primogenito. Ad oggi, l’amministratore delegato è Luca, fratello di Paride, di cinque anni più giovane. La sua nemesi: laureato con lode, campione regionale di atletica leggera, rappresentante di istituto al liceo, sposato da sette anni con Marta senza mai un momento di cedimento. Da quando è arrivato lui, i profitti aziendali hanno subìto una crescita esponenziale. Paride non riesce a sopportarlo. Non riesce ad accettare che per i prossimi trent’anni ogni giorno si chiuderà nell’ufficio della ditta a compilare cartelle per conto di suo fratello. Fino a quando, un giorno, arrivando in ufficio, il portinaio lo avvisa che Luca ha avuto un imprevisto lavorativo ed è dovuto correre in uno stabilimento lontanissimo. A Paride, nel sentire queste parole, si palesa un pensiero in testa. È un’idea abbastanza folle, ma è proprio questo che la rende geniale. Iniziano a fremergli le mani e i palpiti si fanno sempre più veloci. Prova a mantenere la calma e si fa aprire dal portinaio. Arriva all’ultimo piano del palazzo, dove ci sono gli uffici amministrativi. Cercando di contenere l’agitazione, entra nell’ufficio del fratello, dicendo alla segretaria che si è dimenticato alcuni documenti dalla sera prima. Accende il computer e inserisce le sei cifre della password, per poi trovarsi la scritta “Benvenuto, Luca”. Accenna un sorriso: in tutti questi anni, non si è mai premurato di cambiare il codice di sblocco. Apre una scheda internet e si decide di mettere in atto il piano. Da diversi mesi, infatti, Paride ha iniziato a studiare una strategia innovativa per accumulare tanto denaro in poco tempo, sfruttando le fluttuazioni di mercato. Il meccanismo è banale: basta investire una somma iniziale molto alta su dei titoli di borsa apparentemente senza speranza, per poi aspettare che i movimenti finanziari in quel settore siano favorevoli e che il loro valore aumenti esponenzialmente in pochi minuti, per poi vendere tutto e ritirare somme gigantesche. Accede al conto della ditta, di cui è co-intestatario e sposta centinaia di migliaia di euro dalla banca al portale del sito di investimenti. Ha consultato internet per mesi e ha messo gli occhi sulla sua gallina dalle uova d’oro: la Silitek S.p.A. in Francia. Sente il cuore che gli batte fortissimo quando preme “Investi”, sapendo che da lì a pochi minuti diventerà ricco. Gira la sedia verso la vetrata che dà sul cortile della ditta. Vede gli operai e gli impiegati in giacca e cravatta dall’alto dell’ultimo piano. Vorrebbe sputare in testa ad ognuno di loro per averlo deriso in tutti questi anni e per avergli dato del fallito. Vorrebbe sputare in testa ai suoi professori universitari che non hanno mai avuto fiducia nelle sue capacità. Vorrebbe sputare in testa anche ai suoi genitori e a quel pallone gonfiato di suo fratello, per tutte le pressioni che gli hanno fatto in questi anni. Ma ora è acqua passata, ora sta per essere ricordato come il più grande amministratore della storia della ditta. Si rigira verso la scrivania per prelevare il denaro che gli spetta. Legge la cifra. Il numero è molto alto, non quanto si aspettava, ma è segnato in rosso con un meno davanti. Sbianca. Resta qualche secondo a guardare il monitor, attonito. Aggiorna la pagina, ma non cambia nulla, così la aggiorna di nuovo e poi per una terza volta.
Vorrebbe gridare, ma qualcosa lo blocca allo sterno, gli manca il respiro e gli viene da vomitare. Non riesce a capacitarsi di aver perso tutti quei soldi in così poco tempo con un investimento così sicuro. Non si chiede nemmeno cosa sia andato storto, ormai non ha più importanza ed è irrecuperabile.
Paride è sul tetto del palazzo. Il telefono, a terra, continua a vibrare. Sono già diciotto le chiamate perse dal fratello, cinque quelle della banca, tre quelle della segretaria. Lo guarda ancora girare su se stesso. Pensa un’ultima volta agli operai, agli impiegati in giacca e cravatta, ai suoi professori universitari ed ai suoi genitori. Pensa anche tanto a suo fratello e si chiede se sarà più preoccupato per lui o per i suoi soldi.
Guarda il tramonto aranciato davanti a sé e pensa che è proprio una bella giornata. Tira un respiro profondo. Chiude gli occhi un’ultima volta, prima di saltare.