Pulire le strade
Trovi il camioncino che pulisce le strade e il tizio che pulisce i marciapiedi e pensi al fatto che non si incontrano mai. Un signore cammina nella corsia delle biciclette e ti supera, anche se ha un passo più lento del tuo. Ti senti qualcosa in faccia, odi sentirti qualcosa in faccia, ma poi non c'è mai niente. È capitato ci fosse davvero qualcosa e allora ti sei agitato, volevi farti subito una doccia prima di impazzire. E capita anche che, mentre cammini, c'è chi ti guarda e allora ti chiedi se hai qualcosa in faccia anche se non ti senti niente. Del dentifricio, un brufolo, una caccola. Qualcosa che non va. D'altronde, per quale altro motivo qualcuno dovrebbe guardarti? Per i capelli? Le labbra? Gli occhi? Spesso ti dicono siano belli, sarà anche vero, ma preferiresti averli color merda e che non tendessero inevitabilmente al buio più totale, che quegli occhiali sono già da anni così spessi da averti storto il naso durante la crescita. Non certo l'accessorio migliore per valorizzare gli occhi o qualsiasi altra cosa. Intanto un buio ancora peggiore di quello visivo si espande, ti invade e ti supera, pur andando a un passo più lento del tuo, come quel signore nella corsia delle biciclette. Come tanti signori che ti sorpassano e ti bloccano la visuale, la strada, l'aria, la libertà, l'energia, le emozioni, i desideri. E allora provi a farti sentire, anche se non riesci a parlare, per far capire che ci sei li da qualche parte, ci sei sempre. Ma chi arriva a cercarti in realtà non cerca te. Ed ecco tutti gli sbagli che emergono e urlano, ed ecco che tutti ti sentono e ti cercano. Ti guardano mentre cammini su tanti precipizi contemporaneamente e ti chiedi se sia perché devi spostarti per lasciar pulire le strade o perché hai qualcosa in faccia che non va.