Raccolta #1
CRISTO DIO MA NON TROPPO
Non c’è speranza in questo cuor mio
avvolto dai rovi che Cristo portava sul capo
Non è una corona di spine la mia
è un filo spinato che barrica il dolore
e il dolore fermenta e diventa un vino di riserva
Se vendessi un solo calice di questo vino
ci sarebbero parole nella bocca di tutti i poeti
e fiorirebbero lacrime sul fondo della bottiglia di ogni ubriacone
ma non entrerebbe un centesimo in tasca mia.
Allora metterò all’asta la botte intera, la venderò insieme al cuore
forse così guadagnerò il mio pane quotidiano
che comunque non servirà a farmi rimettere i debiti
perché questa croce la pago a rate di un centesimo
E nonostante stia ancora aspettando l’offerta del miglior offerente
penso sempre che potrei vendermi a te
anche se non proporrai mai il prezzo più alte
alla fine mi ficcherai una lancia nel fianco
Questa croce la pago
a rate
di un centesimo
CUMBIA DELL’AMORE PERDUTO
Metto le dita umide nella zuccheriera
e riportandole alla bocca
non è il sapore dello zucchero che sento tra le labbra, ma quello del sale
Mi chiedo perché il fato mi ha sempre fatto scambiare il dolce con il salato
Però ogni domanda che mi pongo
mi riporta in un iperuranio
dove ci siamo solo io e te
E funzioniamo, nella nostra dimensione.
Lì non hai bisogno di andare ad altri mulini…
tutte le tue puttane sono lontane anni luce
e sono io a curarti le ferite e a cucinarti chilaquiles
Lì non scrivo poesie e sulla mia tela
ci sono solo ruote di pavone e agavi succulente e robuste e tutte le mie puttane sono lontane anni luce.
Mi chiedo perché il nostro amore ha sembianze di una guerriglia una guerriglia che portiamo avanti inesorabilmente quadro dopo quadro
bicchiere dopo bicchiere
anno dopo anno
E mi chiedo come faremmo a essere felici e a fare la pace senza il mezcal,
se anche dall’agave più dolce abbiamo estratto veleno e ne prendiamo a piccole dosi
abbastanza per intossicarci
ma mai abbastanza per allontanarci definitivamente.
Quando domani farò chilaquiles per due
e la tua sedia al tavolo imbandito sarà vuota,
appoggerò uno specchio al tuo posto
e converserò con questo mio corpo rotto
mai in rovina come il mio cuore
che fai a brandelli con ogni carezza.
Allora torna da me panzón,
ti sto aspettando a tavola
anche se ti ho già perso un milione di lacrime fa
Perché in questo circolo
continuo a mordermi
la coda
PAESE DELLE MERDAVIGLIE
Bianconiglio sociale in un mondo industriale
scappo per non rimanere intrappolata
tra le nevrastenie dell’orologio a pendolo sul muro
e i 59 minuti della lavatrice
con un Odio viscerale per la vita provinciale