Raccolta #3 BIS
EGO DI POLVERE
Ci sono giorni in cui mi sento polvere,
accessorio ingombrante
che imbratta le mensole
e fa starnutire;
In quei giorni ricordo a me stessa
che la polvere può spegnere il fuoco
e riesco a vedere di nuovo,
nelle sue mille sfaccettature,
la bellezza nascosta dello squallore.
LA BELLEZZA DELL’ESSERE INUTILE
In questo mondo di bilance e carati
noi accumuliamo giornate di sole
e ci sfioriamo i lineamenti
con la punta delle dita,
e siamo la minaccia più grande
per gli allori e i denari.
La nostra gioia è un nullatenente
che vaga per le vie della Frigia
e si chiede:
Re Mida,
cosa te ne fai
di tutto quell’oro?
NEL 2068
Ti sei addormentato talmente ubriaco
che sonnecchi come un gatto
mentre ti tolgo le zecche dal costato.
Non senti il canto delle sirene della polizia in lontananza,
e più ti guardo più mi è chiaro che non avremo futuro,
che non si può vivere a lungo da eremiti
né amarsi di nascosto nell’erba alta.
Dalle cime degli alberi
osserviamo questo andirivieni di luce e buio,
con aurore boreali di insegne commerciali e droni,
e ci diciamo
che va bene così.
Però quando scende la notte
sogniamo oasi di cuscini di piuma d’oca,
candele, e vasche da bagno con petali di rosa
che coronano il giorno dove saremo
finalmente liberi.
Liberi di passeggiare sui viali alberati in pieno giorno,
di mangiare al ristorante…
liberi di non doverci più nascondere.
Ma quel giorno è ancor lontano, e per ora
ti tolgo un'altra zecca dal collo.
Sospiro sollevata, anche oggi
non ci hanno messo il chip.