Raccolta #4
NOVEMBRE
Ti guardo e mi chiedo cosa ne sai
dei giorni di nebbia,
del Quarto Stato, del MUDEC,
della condensa sugli occhiali
e dell’umidità che mi increspa i capelli.
Tu vieni dal caldo e non immagini
che il freddo lo si porta dentro,
e che fa parte anche di me.
Mi vedi mentre ti guardo
e ti limiti a sorridermi a labbra chiuse,
hai smesso tempo fa
di chiedermi cosa penso.
L’aria è tagliente e talmente fredda
da farci sembrare ciminiere quando espiriamo,
e ti fa contrarre ogni muscolo
per ripararti dagli spifferi
che ti entrano sotto il maglione;
intanto, provo a riscaldare i miei pensieri
con l’infuso di verbena che
beviamo in mezzo ai castagni.
Il plaid umidiccio su cui siamo seduti
fa da scudo tra noi e la rugiada
nella battaglia contro la noia
di una domenica pomeriggio
a novembre inoltrato.
SOVIET LOVE
Federazione Russa, 1917
Ci giriamo intorno come carpe in un laghetto,
mani che si cercano,
cani che si annusano.
C’è qualcosa di primordiale che mi sfugge
in questo gioco.
Come siamo arrivati ad amarci come le pulci,
che attaccate al loro compagno
ne bramano il sangue morbosamente?
Hai la camicia sporca di terra
e una scarpa bucata da cui intravedo un alluce,
sulla tua calvizie conto 23 cicatrici.
Io ho i capelli pieni di nodi
e tengo una sigaretta accesa
tra i due incisivi rotti
mentre ti guardo con occhi che
trasudano lo sfacelo in cui viviamo.
Un bulbo rotto pende da sopra le nostre teste:
la luce gialla intermittente evidenzia il tuo naso aquilino,
e sulla parete la mia ombra è più grande della tua.
Tu mi guardi fisso, mi leggi nella mente
e poi facciamo l’amore.
PULIZIE DI NON PRIMAVERA
Guardo il mio viso nello specchio
e mi rendo conto che ho ancora
un po’ di festa sotto gli occhi
e incastrata tra i denti.
Ho scagliato contro la mia immagine
ogni maledizione possibile
e in preda all’ansia della catastrofe
ho acceso un cero
per provare a salvarmi
dai miei stessi malefici;
non ho scelto io di vivere sospesa
tra questa voglia di equilibrio
e la mia tendenza all’iperbole,
ma alla fine credo nel lupo cattivo
e so che può perdere il pelo
e anche il vizio.
Mentre cancello il mio riflesso
con il detergente per i vetri
ti immagino felice sotto i neon,
con la luce rosa dei riflettori
che si riposa sul tuo viso
e ti illumina
come quando il sole al tramonto
entra dai buchi delle tapparelle
e si proietta sul muro.