Salle da gym visualizza traduzione
3 dicembre 2017
Le ragazze dei musicisti s’arrabbiano a metà settimana.
Giorno più, giorno meno.
Dicono “Che palle, sei sempre in giro”, o “Quando finisce il tour?”, o “Oh, no. Un altro concerto la sera del mio compleanno?”.
Mostrano condiscendenza, sorrisi forzati e fanno di tutto per evitare l’argomento e l’inevitabile alterco. Dopotutto vorrebbero esserci anche loro alla soirée dei loro signorini, ma “Non c’è posto in macchina, mi dispiace”, o “Sono sette ore di viaggio, non vorrei che ti stancassi”, o “Non credo ti divertiresti, non è un bel locale”.
Le ragazze dei musicisti sono delle casseforti, custodi delle gioie e delle inquietudini di chi amano, Mamme Natale di buoni consigli.
Di tanto in tanto sfogliano il calendario e raggianti di felicità trovano il weekend libero per la fuga d’amore. Salvo poi scandagliare lo sguardo abbassato del loro interlocutore e deglutire il magone dolciastro.
Le ragazze dei musicisti sono le guardiane del faro.
Portinaie nel cuore della notte.
Che rispondono al citofono sul far del giorno.
Aprono la porta e sbadigliano arruffate
“Domani mi racconti”
e si addormentano con indosso l’invenduta t-shirt del primo tour.
Taglia XXL.
Buona.
A questa notte non manca niente
26 novembre 2017
A questa notte non manca niente.
L’ennesima scaletta scritta sulla tovaglietta di carta castana, unta di sugo della cena, inumidita e un poco flaccida. La solita maglietta per suonare, il solito bislacco rituale portafortuna prima di salire, il solito jack della chitarra ficcato nell’output al posto dell’input, il solito bicchiere di birra appoggiato sul subwoofer e il vulcano di spuma che sommerge il pavimento al primo accenno di basso.
Com’è monotona questa vita.
Straordinariamente monocorde, ripetitiva. Fatta e rifatta centinaia di volte.
Rassicurante alla maniera di cinquant’anni di matrimonio, terrificante come il primo bacio. Che rompe il ghiaccio una volta per tutte e da cui tutto ha inizio.
Eppure credo che la differenza non sia lo stesso spartito ogni sera.
O la cabala, o la pedissequa ritualità di ogni tuo concerto.
Ma la forza, tangibile o astratta, che imprimi sulla partitura, che imprimi su questa straordinaria notte di novembre. Uguale alle altre e completamente differente.
Il piano, il forte, la dinamica.
Ecco perché a questa notte non manca niente.
Ché la notte questo fa.
Ogni sera ci bacia per la prima volta.
E ogni sera ci sposa.
Buona.
Smontaggio
20 novembre 2017
Per noi lo smontaggio è un rituale solenne.
E allora una birra ghiacciata per riequilibrare la temperatura corporea post-concerto,
due chiacchiere col fonico per sapere com'è andata,
tre minuti per arrotolare i jack e riordinarli per lunghezza e colore,
quattro passi per andare a prendere l'auto e avvicinarla all'uscita,
cinque minuti per una sigaretta in compagnia di un tizio del pubblico,
sei secondi per sentirgli dire "Guarda che ci siamo già presentati, abbiamo suonato insieme un mese fa",
altri sette minuti di caritatevoli scuse al suddetto tizio
e otto plettri di altre band raccattati dalla moquette lisa sul palcoscenico.
Per noi lo smontaggio è un rituale solenne.
Ché mancano sette giorni al prossimo concerto,
sei ore alla sveglia di domattina per tornare a casa
e cinque ore di sonno effettivo.
Quattro sono i nostri sorrisi durante lo smontaggio
in tre metri quadri di palcoscenico
alle due di notte
quando non vorremmo essere nessuno
all’infuori di questa band.
Buona.