Cos’ho imparato da questi 27 anni?
Veramente poco o forse tutto ecco, già parto male. Ho deciso così di fare un elenco non perché sia importante farlo ma perché sono già in un’età in cui anche solo scrivere la lista della spesa dà un certo grado di eccitazione, figurati elargire una lista delle poche cose di cui ne godo la certezza. Ecco qui dunque tutto il mio sapere:
- Se vieni lasciato, sbatti il mignolo contro un comodino o ti muore qualcuno, Gazzelle ha la canzone giusta per te.
- La vita ha un senso dell’umorismo pazzesco, credi di sapere cosa sia meglio per te ma non è vero niente. È sempre così: prima ti prende in giro e ti fa incazzare, passato un po’ di tempo le vai a suonare sotto casa alle 2 di notte ringraziandola perché tu non avevi capito nulla. Poi finisce che lei ti apre in vestaglia, ti fa entrare, ci torni a letto e il gioco ricomincia.
- Vivo con un costante senso di inadeguatezza e con la sensazione di non aver mai le carte in regola per fare ciò per cui ho studiato e se poi le faccio mi devo giustificare o minimizzare.
- Non so abbastanza bene l’inglese.
- Forse non mangio molto salutare ma ho il metabolismo veloce e quindi fanculo a tutti mangio quel cazzo che mi pare.
- Ascolto musica impegnata ma Spotify mi consiglia sempre Sfera Ebbasta, giuro non so perché.
- Continuo a fingere sorpresa a chi mi chiede perché il mio Spotify mi consiglia Sfera Ebbasta.
- Cupido di Sfera Ebbasta è un pezzo che spacca il culo.
- I coetanei che si sposano mi mettono ansia.
- Faccio sempre tutto all’ultimo in maniera perfettamente consapevole.
- Se la dolcezza parlasse una lingua parlerebbe il dialetto, avrebbe le dita delle mani un po’ storte, all’anulare sinistro la fede e impasterebbe la sfoglia per i tortellini. Si farebbe la messa in piega al sabato e avrebbe il seno prosperoso che se l’abbracciassi lo sentiresti premere sulla pancia mentre da bambino probabilmente ci avresti appoggiato la testa e ti ci saresti addormentato sopra.
- Puoi scappare fin che vuoi ma testa di cazzo rimani anche se fai le storie su Instagram con scritto “italian dinner” mentre cucini la carbonara per i tuoi favolosi amici internazionali.
- Chi è troppo contento di essere al mondo mi sta sulle palle.
- Se mentre fai trekking cammini per cinque minuti con un perfetto sconosciuto te ne innamori.
- Bevo poca acqua perché mi annoia andare a fare la pipì e in inverno svestirsi è brutto.
- Probabilmente la mia maestra delle elementari ha 80 anni.
- Mi piacciono i trenini e i balli di gruppo anche se non so ballare l’hully gully.
- Mi stanno sulle palle quelli che si lamentano troppo, le persone tristi e gli ansiosi.
- Il cavolfiore bollito mi dà flatulenza.
- Non capisco chi odia i gay.
- Urfidia scrive da Dio.
- I comunistelli mi stanno sulle palle.
- Quando sei con chi devi essere te ne accorgi.
- Non so capire se un uomo ha un bel culo.
- Pensavo che sentir parlare di cose che non so fosse per me il miglior afrodisiaco. Poi sono uscita con un ingegnere che per un’ora intera mi ha parlato di saldatura e di come costruiscono i tunnel in cui passa il metano e ho cambiato idea.
Questo direi che grosso modo è quello che so con abbastanza sicurezza oppure no, ma va bene così. Forse è per questo che mi diverto così tanto a vivere nel mondo: perché non so. Sbaglio tantissimo ogni giorno, persevero diabolicamente con gli stessi errori, ho paura, spesso anche tanta, piango perché vorrei la mamma, eppure lì, proprio in quel momento c’è vita. Ogni volta che mi sorprendo, che straccio ogni lista, che cambio idea o che prendo una decisione, sono viva. Perché è vero che quando il mondo sconvolge i piani è difficile capire quale strada si debba percorrere, ma quando mi metto alla giusta distanza, ecco, è lì che mi compare quel quadro maldestramente perfetto che è la vita. La mia vita, che mi ha dato infinite delusioni amorose e un tumore a diciannove anni. Eppure eccomi qui, ad aspettare che mi scompigli i capelli ancora una volta e che mi faccia avere il fiatone ancora un po’. Ancora un altro po’. Buon compleanno!