E l'urbanistica mai cambiata,
Che ci fa sentire nuovi negli stessi posti,
E le persone,
E le sensazioni, e il raziocinio che non esiste,
Il sentimento dell'incompletezza come la 8 di Schubert,
Sollevato nell'aree del cambiamento, della frenesia, della velocità,
Dell'accrocchio che è la nostra anima dopo tutti i sinistri che ha incontrato,
Dei sorrisi, rubati e desiderati, lasciati lì ad un passante che li possa raccogliere per star bene,
E pensare al suo, tanto bramato, e sorridere a sua volta, mentre ricorda quell'urbanistica, cambiata con velocità, frenesia, che lo lascia sentire nuovo, incompiuto, sollevato.
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