Spettri
E io cosa faccio?
Di certo mi rompo il cazzo
mi metto in un angolo ad annoiarmi
a farmi il segno della croce sul petto
sopra le labbra
dietro la schiena
incrociando le dita e dicendo:
“che fortuna avere le cose che ho
desiderare i desideri che desidero”.
Invece la testa si spacca a metà
e dentro una metà ci sono milioni di metà più piccole
scomposte in poligoni che rifrangono la luce
e formano ben chiaro il quadro:
una somma di radiazioni a tutto spettro
e poi un pugno in faccia
e poi un pugno nello stomaco
e poi una mano sulle palle
come riassunto della vita intera,
a colonizzare le proprie miserie
per rivendersele sul mercato regolato
da un gran numero di mani invisibili
fatte da pollici, indici, medi, anulari e mignoli proiettati
nell’esatto centro dell’ano, a voler dilatare quel che rimane
ben poco tutto sommato, per farci entrare
ancora un po’ di merda e melma
e convincermi che sono belli i desideri
sono belle le frasi dolci sui social
è importante apparire intelligenti
che una risata li sppellirà,
è importante volare leggeri sopra le cose, che non è superficialità:
volate leggeri sopra un grande vaffanculo
anche al rallentatore: vaffanculo.
E lo so che mi sento bene
quando l’unica erezione è quella omicida
e il sogno di una morte a mano armata,
una strage di sorridenti imbolsiti con le tasche piene
le pance gonfie, le teste vuote
da riempire sistematicamente di piombo
altroché luce illuminante e pacifismo.
Vi ammazzerei con le mie mani.