Strade papà.
Cara maestra Lucia (rip), mio papà si chiama Giacomo, è nato nel 1954, è alto 1.76 - anche se una volta, prima che il tornio lo demolisse, stava dritto con la schiena ed arrivava al metro e ottanta. Ha la faccia tonda, gli occhi piccoli, i capelli neri, ha due mani e due gambe. È nato e cresciuto a Milazzo, una lingua-penisola in provincia di Messina, in una casetta tuttunpiano, poco distante dal litorale di ponente. Sua mamma Sara faceva la casalinga e partecipava alle raccolte agricole e indossava lunghe vestaglie a fiori, suo papà Orazio invece era vecchio, aveva il nasone, era smilzo, indossava solo smilze canottiere bianche, lavorava come muratore e per tanti anni rimase a Milano a costruire case insieme ad altri smilzi compaesani milazzesi.
Sai, maestra Lucia (rip), mio papà tifa l’Inter da quando era piccino, perché al telefono Orazio gli diceva che andava a vedere le partite dell'Inter allo stadio Meazza <3.
Mio papà passava le giornate a stronzeggiare in giro con gli amici, giocava a calcio nelle stradine di Milazzo, i palloni di plastica non c'erano e allora lui e i suoi balottari improvvisavano rotondità con il cartone e le stoffe. Non era affatto bravo a scuola, sai: la mamma non lo stimolava a studiare, gli faceva tutte le cose e si limitava a riempirlo di baci e sorrisi.
Negli anni '60 mio papà aveva gli amici chitarristi coi capelli lunghi, e allora lui iniziò ad ascoltare il rock anglofono. Giovanissimo, iniziò a lavorare nelle fabbriche di metalmeccanica, dove ci sarebbe rimasto per 40 anni; con i primi risparmi, si comprò una chitarra elettrica VOX, a forma di mandolino, e andò a vedere Jimi Hendrix a Roma e tanti altri musicisti rock in giro per l'Italia.
Nel 1976, in un viaggio in Veneto, conobbe la mia mamma veneta, che mi piacerebbe ora descrivere se non fosse che non è questa la sede. E poi la mia mamma la conosci, cara Maestra Lucia RIP, e io lo vedo che vi rispettate tanto e vi volete bene nei corridori della scuola.
Una volta nel 1978 il mio papà e la mia mamma fecero l'amore, e nove mesi dopo nacque Silvia. Appena nata, dovette essere operata al cervello, altrimenti sarebbe morta. Sai, Maestra Lucia RIP, la Mielomeningocele, la più grave forma di spina bifida e di rottura di cazzo vitanaturaldurante.
Mio papà aveva l'età che avevo io quando andai in Erasmus a fumarmi le porre e a far finta di studiare il rizoma di Deleuze.
Da quel giorno qualcosa dentro mio papà si è eclissato, e non ha più visto il sole. You know what I'm talking about, Mrs Lucia. Il grande niet ineffabile, il deep fucking void che vaffancula.
Ho paura, cara Maestra Lucia che eri una vera veneta saputa che non sopportava i padani e la rozzezza e lo sbraitare e che te ne andasti lassù prima di diventare vecchia, ho paura.
Ho paura che anche dentro di me, quel giorno, qualcosa si eclissò, anche se ancora non splendeva, anche se ancora non c'ero. Ho paura di essere venuto al mondo senza sole.
Ho sempre paura.
Vado sempre in montagna da solo a prendere il sole, sai, Lucia.E nei miei cieli alpini, negli interstizi delle nuvole, vedo sempre mio papà piccolino nelle stradine di Milazzo, che con un tocco pregiato di esterno piede, piazza la palla di stoffa dove il portiere volante non può arrivare. E poi tutti ammare a far la schiuma tra le onde, "da grande voglio fare il chitarrista", dai ragazzi andiamo a fumare le sigarette alla spiaggia di levante.
E gli voglio tanto bene.
E non ho più paura.
Fai anche 1.77, comunque.