Traffico
Da un paio d'anni faccio una fatica tremenda ad arrivare in orario agli appuntamenti. I miei amici mi odiano per questa mancanza e devo sempre pregarli di perdonarmi, ma anche l'operazione apparentemente più semplice come darsi una punta al bar coi regaz mi riesce impossibile per una serie di disattenzioni.
Esco di casa. Mi dirigo verso il garage in cui ho la macchina, a una decina di minuti a piedi. Nel mentre, per ottimizzare i tempi, invio un vocale su Whatsapp. Arrivo davanti al garage. Mi accorgo di essermi dimenticato le chiavi a casa. Torno a casa. Prendo le chiavi. Esco di casa. Mi ridirigo verso il garage e intanto invio un altro audio, giusto per sentirmi meno solo. Apro il garage. Mi accorgo di aver dimenticato le chiavi della macchina. Penso che questi cazzo di audio mi distraggono sempre. Chiudo il garage. Ritorno a casa. Prendo le chiavi della macchina. Esco di casa. Mi dirigo per la terza volta al garage, stavolta facendo bene attenzione a non mandare messaggi vocali. Apro il garage. Accendo la macchina. Mi accorgo di aver lasciato il telefono in casa. Spengo la macchina. Chiudo il garage. Ritorno a casa. A metà del tragitto mi chiedo come mai stia andando a piedi.
Ritorno indietro. Apro il garage. Accendo la macchina. Vado a casa. Prendo il telefono. Torno in macchina. Parto.
Mentre sono in auto, bestemmio. Bestemmio una, due, tre, dieci, venti volte. Bestemmio forte perché sono proprio uno stronzo, perché mi sento in testa la voce di mia madre che mi dice che ho ventidue anni e ancora non so badare a me stesso e perché mi rendo conto di quanto tempo abbia perso perché non sono mai dentro le cose. Bestemmio soprattutto perché mi perdo così tanto in questi pensieri da aver sbagliato direzione al primo incrocio. Tiro un pugno al volante. Mi fermo, faccio un'inversione a U, torno sulla giusta strada.
Arrivo finalmente al bar.
-Zio, ma sei in ritardo di mezz'ora!
-Eh, che ti devo dire, c'era traffico.