Una tessera per non tornare
Il poster dei The National si è staccato nella parte superiore, sembra inchinarsi, che coincidenza, proprio oggi, quasi a voler facilitare le cose. Stacco la lucina per le zanzare per la prima volta dopo un anno, ma la lascio qui. Ormai è questo il suo posto. Quante ne hai passate, mannaggia tua. Continuano a sbucare fuori cose da portare, come diavolo faccio? Le valigie sono già piene. Vado di buste. Tanto torno in macchina. Dio benedica questa decisione. Massì prendiamola qualche gruccia, possono servire, le infilo da qualche parte. E questa coperta da dove esce? Merda. La metto nella borsa frigo. Non mi ero mai reso conto di avere così tanti asciugamani. O forse sì.
Ok dai dovremmo esserci. Andiamo.
Cazzo la Red Bull nel frigo! Ho già lasciato le chiavi. Lo sapevo. No senti la voglio, ora suono e sveglio il coinquilino. Dirò che mi son dimenticato una cosa, come succede sempre. È un classico, dirà lui. Non saprà mai che cosa. Ciao. Grazie. In bocca al lupo.
«Guarda qua. La tessera provvisoria ATM spezzata a metà per quando provasti a usarla per aprire la porta di casa.»
«Minchia. A proposito, devo ancora ritirare quella definitiva, ormai è dispersa chissà dove in attesa che la vada a ritirare. Quando tornerò a Milano per più di tre giorni sarà la prima cosa che farò. Forse la seconda...»
«Ehi, ti sei intristito? Che hai? Stai pensando alla tessera ATM rimasta sola ad aspettarti come una Penelope?»
«Più o meno. Le tessere mi mandano sempre in crisi. Non hai idea della tristezza che mi mettono tutte quelle tesserine per entrare in locali dove non andrai più o quelle che ti timbrano ogni volta che prendi un panino o un gelato. Sono sempre ferme a un timbro, massimo due. Per questo non faccio mai le tessere dei supermercati. Ho avuto la Pam davanti casa per un anno e non l’ho mai fatta. Tanto me ne sarei andato prima o poi.»
«Sai che non ha senso questa cosa? Per decine di motivi.»
«Lo so, però boh, è più forte di me. È un modo per non legarmi a cose che so che tanto lascerò. Lo faccio anche con le persone.»
«Buono a sapersi… Quella dell’Esselunga a Pisa l’hai fatta però.»
«E infatti ora non mi serve più.»
«E che ne sai? Ma poi che c’entra, tu stai male.»
«Questo sicuro, ma poi l’Esselunga è un’altra cosa dai, la tessera va fatta per forza. Appena torno a casa rinnovo tutta la stanza. E metto in ordine tutte le tessere accumulate negli anni.»
«Te l’ho già detto che stai male? Appena torno a casa io dormo per minimo due giorni.»
«Dovrei avere ancora il tesserino della biblioteca di quando vivevo in Piemonte. E le schede di Disney Mystery.»
«Le cosa?!»
«Disney Mystery era una collana di libri gialli con Topolino, da piccolo la adoravo. Un giorno regalavano una tessera per ogni libro della collana acquistato. Grattandone una parte ti diceva se avevi vinto o no. Ho dovuto comprare cinque libri per trovarne una vincente.»
«E cos’hai vinto?»
«Una demo di Paperino Operazione Papero.»
«Ah beh dai, ne è valsa la pena. Non come quelle stupide tessere del supermercato gratuite e che ti danno sconti.»
«Brava, prendi per il culo. Erano libri, ho sempre avuto via libera con loro. E poi sto fatto del non legarsi alle cose non era ancora presente. Ero troppo piccolo.»
«Sto scherzano dai. Sapessi le fisse irrazionali che ho io scapperesti dalla macchina in corsa.»
«Addirittura. Dimmene una.»
«Va bene, allora… non so. Per esempio stacco sempre le etichette dalle bottiglie. Oppure devo entrare sempre dal lato destro della macchina sennò non mi sento a mio agio.»
«Anche quando guidi?»
«Scemo. Infatti non guido mai… Merda!»
«Cosa?!»
«Ho dimenticato il borsello a casa!»
«C’erano cose importanti?»
«Solo tutti i documenti, la tessera sanitaria, quella dell’università. Merda, merda, merda.»
«Vedi che faccio bene a non volere altre tessere? Dai, se vuoi, appena arriviamo a casa ti presto la demo di Paperino Operazione Papero.»
«Ti odio.»