Benvenuti al cinquantottesimo appuntamento di Fantastico!
Io sono bebo e molti di voi si chiederanno quanto è costato questo numero, beh la risposta è:
- Urfidia vive e lavora in uno dei centri di questo uragano sanitario: Milano. Da Milano, il suo lavoro, è dentro una lente complicata a cui vanno aggiunte le complicazioni di quel che rimane fuori dal lavoro, ovvero la vita. Ogni tanto, però alcune notizie sono più belle di altre.
- Cambia forma, passando dalla prosa ai versi in un numero che, di versi, ne farà parecchi. Michiamanofab, uno dei miei “big dudes” d’adozione riesce persino in questo cambio, azzeccando anche un titolo per-fet-to.
- Ruggio è Ruggio. Ruggio è amari al Pratello. Ruggio è caffè vicino all’ufficio. Ruggio è bassista nelle Altre di B, la miglior band del pianeta. E se fai mente locale, ti ricordi anche tu che cosa facevi in quelle ore di otto anni fa.
- La sentite questa forza? La forza di chi prenderebbe il mondo e ne farebbe una poltiglia ? Sarà il caso allora che divoriate i cattivi versi di Sturoimarco.
- Matteo Piergigli educatamente manda una mail, allega le sue poesie e fa capire che questo passatempo suicida chiamato poesia è fatto della stessa sostanza di cui è fatta la vita che resta tra le dita.
- È un ritorno per me importante quello di Lerio, con il suo carico di nord-europa, un poco più su, un poco più verde, dorata, di uccelli, di vita animale negli interstizi di quella bestiale, umana.
- Sara G. è lontana dall’essere una poetessa perfetta, mi piace proprio perché mette in versi lo sforzo malmostoso ma pieno di buoni propositi che sento vicino al mio costante brontolare. La vita è piena di fai e rifai, scrivi e riscrivi, apri, saluta, impara a comportarti.
- Mancava un Francesco in questa squadra di Fantastici carbonari, ed eccolo qua. Molto giovane per la società occidentale tardo-capitalista, da Udine, fa quello che i giovani si dice debbano imparare presto: soffrire. Francesco, fatemelo dire, soffre benissimo. Ma arriveranno tempi cupi, Francesco, quando scoprirai di poter soffrire male.
- Attenzione perché pare che Ame parli di chiavare nella forma che hanno le poesie meglio misurate sul tema chiavare. Ho volutamente utilizzato una terminologia aulica e francofona per presentarvi i due brani per bilanciare la sua grande e giusta luminosità.
- In realtà fremo moltissimo perché ho già iniziato i lavori sul numero due di Fantastico! la rivista, e proprio con Rebecca c’è in cantiere una cosa grande. Bene, ora che ho inutilmente caricato di aspettative una delle nostre promesse per il futuro della letteratura che dico mondiale, universale, beccatevi questo brano sulla fine dell’esistenza. O forse no.
- Secondo me una delle terne migliori mai presentate dalla sultana dei sentimenti aka Sara P. Non dico di più perché poi vi sale il fomento e invece dovete correre a leggere e non rompere i coglioni.
La vita è davvero molto strana e complicata, specie se dopo un rapimento in terra straniera lungo 18 mesi, ad accoglierti trovi Giuseppe Conte e Luigi di Maio, quest’ultimo con la mascherina tricolore. Per la fortuna di tutti i presenti questo numero è una manata in faccia tirata molto forte, ma a distanza di sicurezza. Non preoccupatevi. Mi sono preoccupato di più quando la signora in coda alla gelateria mi ha urlato in faccia per chiamare il marito. Faceva schifo prima, figuriamoci adesso. Vi starete domandando: “ma cosa cazzo sta dicendo il Guidetti?”. Buona domanda, mi manca la socialità e ammorbare il prossimo con una carrettata di inutili sciocchezze, quindi ve la prendete voi.
Come diceva l’esimio pensatore: “l’importante non è vincere, ma andarsi a leggere il primo numero di Fantastico! la rivista, qui sotto”
Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive.
— Ray Bradbury, Fahrenheit 451
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Non diventeremo degli influencer, potete giurarci.
Nel frattempo: ehi, buon lunedì sera!
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