Fantastico! #62
Benvenuti al sessantaduesimo appuntamento di Fantastico!
Io sono bebo e ho almeno tre lauree immaginarie:
- In pole position come le tradizioni per cui scannarsi tipo il ripieno dei tortellini: Urfidia che, ho come il sospetto, si sia sbagliata, intitolando il proprio pezzo “Le cose andavano bene”.
- Il sergente di ferro della nostra piccolo redazione aka Sara Pilastro quest’oggi con una terna di poesie sull’inquieto vivere, così a fuoco che l’ultima me la faccio tatuare in fronte
- Nomi. Cose. Città. Recita l’insegna della ditta e noi siamo qui anche a scrivere geografie sentimentali, grazie ad Arianna P. Nell’orbita interna della capitale.
- Giuseppe P. non è parente di Arianna P., possiamo confermarvelo. Sono anni luce di distanza come quelli che il suo protagonista vorrebbe mettere tra sé e l’esistenza in questo rapido, conciso e perforante pezzo.
- Quando ti arriva una mail da Costanza Pinna Berchet pensi subito che certa gente ha proprio il nome d’arte scritto all’anagrafe. Ed è tutto incentrato sulla relatività del nome proprio questo esordio su Fantastico di Costanza Pinna Berchet. Lo ripetiamo insieme, questo bel nome.
- Ciao, michiamanofab. Ti mando un whatsapp per avvisarti che quest’oggi sei su Fantastico! ma puoi ignorare la notifica pensando una cosa per l’altra, perdendoti nell’acqua mossa dei tuoi pensieri, come tutti, ma un po’ meglio.
- La discontinuità con cui Valentina F. si presenta al nostro uscio è pari solo alla passione che provo verso le sue parole. Non faccio preferenze per nessuno, ma ogni tanto le cose vanno dette chiaramente: questo pezzo vi mangerà il vostro cuore.
- Non amo gli esordi in chiusura del numero, ma è anche vero che sono matto e in una gara di rompipalle arriverei secondo. Silvia G. si instrada nel durissimo mestiere di chi ha il coraggio di descrivere il cielo come “pigro ed indeciso”.
Continua il percorso di separazione dei poteri: questo numero è stato compilato quasi esclusivamente dal futuro di questa newsletter: Rebecca, Johnny, Gabriele e Sara. Sono dei santi, sono degli apostoli.
Il mondo fuori ha deciso di scartare verso l’estate, non solo grazie all’intervento del calendario, ma congiuntamente alle ascelle pezzate, i costumi da bagno, l’afa e i temporali estivi comodi per concimare l’antico adagio che non è il caldo, quanto l’umido. Il paese è in crisi, ma con le vacanze all’orizzonte non sembra curarsene quasi nessuno: non siete contenti?
Ah no?
Fate bene.
Da piccolo mi scambiavano spesso per una bambina grassa
Il mondo è un bel posto ma il mondo che mi vive addosso lo surclassa
Gli altri pianeti cercano di leggere dentro di me
Per sapere se si può sopravvivere con questi sensi di colpa di merda
- Dargen D’amico, L’universo non muore mai
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Non diventeremo degli influencer, potete giurarci.
Nel frattempo: ehi, buon lunedì sera anche se il sole è ancora alto in cielo!
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